Forse è solo un caso di esaltazione e di follia, ma il fatto che ieri un impiegato in Oklahoma, tale Alton Nolan, 30 anni, abbia tagliato la testa a una sua collega che rifiutava di convertirsi all'Islam e ne abbia ferita un'altra a coltellate si collega pesantemente al clima di paura, di orrore, di tensione di questi giorni. L'uomo era anche stato licenziato recentemente, e quindi poteva trovarsi in uno stato nervoso particolare: fatto sta che il taglio della testa non è certo previsto fra le sindromi correnti, mentre purtroppo lo è fra le pratiche politiche a cui l'Isis ci vuole piegare. E infatti il giovane, di recente convertito all'islam, aveva già provato a far cambiare religione ad altri colleghi.
Ricordiamo l'annuncio dell'Isis del 13 settembre? Diceva: «Preparate le autobombe e le cinture esplosive, praparatevi a colpire e a fracassare teste». Il programma riferito all'Europa e agli Stati Uniti era chiaro: «Spezzeremo le croci, faremo schiave le vostre donne». Adesso un dossier dell'Unione Europea rivelato dal Guardian on line mostra che si pensa, nelle stanze di Bruxelles, che «un attacco di grandi dimensioni» «sia inevitabile» con il rientro dei jihadisti europei dall'Irak e dalla Siria. Il nome di chi ha rivelato il rischio per le nostre città è ignoto, ma non deve essere lontano da Gilles de Kerchove, l'alto funzionario belga coordinatore dell'antiterrorismo europeo, che annuncia che ci sarà una riunione sul tema anche con i provider dei social network Twitter, Facebook e Google. Essi sono ormai il vero veicolo di organizzazione del terrore, la migliore fonte di propaganda, di addestramento, di programmazione dell'Isis e di tutte le altre organizzazioni islamiste. Il Guardian riporta che venuti a conoscenza del dossier gli Stati Uniti hanno chiesto all'Europa di impegnarsi per prevenire un attacco «confermato da segnali chiari» e contro il quale «potrebbe essere troppo tardi»; gli Usa non sarebbero soddisfatti della reazione europea, non abbastanza attiva. De Kerchove fa l'ipotesi che Al Qaida per motivi di concorrenza sia ingaggiato in una corsa con l'Isis sulle nostre teste.
Per Al Qaida i tempi in cui ad Amburgo si reclutavano personaggi come Mohammed Atta, uno dei protagonisti dell'attacco dell'undici di settembre, sono stati sopravanzati dal reclutamento di massa di giovani di seconda o terza generazione, o convertiti, che si arruolano nell'Isis. De Kerchove sostiene che «Al Qaida potrebbe attaccare per dimostrare che l'organizzazione è rilevante». Del resto dagli Usa arrivano conferme che la parte di Al Qaida detta Khorasan, comandata da Muhsin al Fadhli e bombardata dalle forze americane, aveva fra i suoi progetti una grossa operazione negli Usa. Il primo ministro iracheno Haider al Abadi avverte che le metropolitane americane e di Parigi sono a rischio immediato, ma la notizia viene ancora valutata. La preoccupazione è evidente, il turbamento è grande. Angelino Alfano, il nostro ministro degli Interni, ha dichiarato che «non c'è una minaccia specifica ma il livello di allerta è molto alto ed è stata elevata la vigilanza su obiettivi sensibili». Cosa significa questo? Naturalmente le polizie e servizi segreti, in Europa e nel mondo stanno facendo del proprio meglio, ieri sono stati arrestati a Melilla, una enclave spagnola in Marocco, 8 persone in odore di Isis. La Francia, dopo l'assassinio di Hervel Gourdel, è in armi. L'Inghilterra, col voto parlamentare di ieri, entra in guerra aperta. Ma per l'Isis e le altre organizzazioni estasiate dalla schiuma di sangue è indispensabile compiere azioni in campo nemico, per dimostrare alla coalizione che la sua determinazione non si limita al deserto ma può arrivarci dentro casa. È evidente che i piani sono simili a quello di Mehdi Nemmouche, l'assassino della scuola ebraica di Bruxelles, che uccise sette persone fra cui tre bambini e che era stato il carceriere di James Foley e di Steven Sotloff: Nemmouche aveva programmato di attaccare gli Champs Elisées. Nel cuore di Londra e di Parigi nel maggio 2013 due soldati sono stati attaccati.
Il mondo dei tagliagole è sommerso di simboli, essi non dimenicano che nell'846, 70 delle loro navi risalirono il Tevere, che nel 1431 conquistarono Costantinopoli. L'Islam vuole espandere un potere in cui crede profondamente, e che ci dobbiamo aspettare di vedere nelle nostre strade. I bombardamenti sono una strategia locale, e quindi insufficiente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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