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Le vacanze operose del Quirinale: le elezioni non sono l'unica opzione

Il Colle si tiene lontano dai giochi. Ma se spuntasse un'intesa...

Le vacanze operose del Quirinale: le elezioni non sono l'unica opzione

E alla fine, vista dalla Maddalena, è sempre una questione di matematica: i «numeri» che servono per formare un'altra maggioranza e il «comune denominatore» che dovrebbe tenere insieme una nuova coalizione. Perché si fa presto a dire governo: balneare, istituzionale, di scopo, di garanzia, del presidente, di emergenza, per salvare la Finanziaria o per salvare se stessi. L'ultima idea è il governo «famolo strano», lanciato in modi diversi da Matteo Renzi e Beppe Grillo, da sempre nemici giurati. Ma Sergio Mattarella, se e quando Conte cadrà, non vuole mettere in piedi un esecutivo qualunque, un patchwork buono solo per sterilizzare Salvini ed evitare le elezioni. Certo, se durante le consultazioni constaterà la nascita di una maggioranza diversa, il capo dello Stato non potrà sciogliere le Camere, nemmeno volendo, e dovrà dare l'incarico a un premier indicato dai partiti. Però, appunto, «ci devono essere i numeri». Niente giochetti di Palazzo. Quello che sicuramente non farà, giurano dal Colle, «è mettersi lui a cercare voti uno per uno», come qualche suo predecessore.

Due passi in piazza, la messa, tante mani da stringere all'uscita e, nel pomeriggio, gita in barca a Budelli e Santa Maria. Ma quelle di Mattarella sono «vacanze operose», infatti il presidente anche dalla Maddalena tiene i fari i accesi sulla crisi e segue gli sviluppi. Da Roma è tutto un agitarsi. Proposte, manovre, botte da orbi a colpi di regolamento parlamentare tra chi cerca di accelerare e chi prova a congelare. Il presidente non intende ancora entrare in campo, «non ci ha messo la testa», nel senso che non vuole interferire in un momento in cui sono governo e Camere a dover fare le prime mosse.

La crisi infatti, dal punto di vista formale, ancora non esiste. Prima che il meccanismo parta, bisogna che le conferenze dei capigruppo riaprano il Parlamento chiuso per ferie e mettano in calendario il dibattito con le comunicazioni di Giuseppe Conte. La data prevista è il 19 o il 20 agosto. Poi toccherà attendere la discussione, vedere se ci sarà un voto di fiducia e capire se saranno esaminare pure le mozioni. Solo a quel punto, verosimilmente a metà della prossima settimana, se nel frattempo il premier avrà perso la poltrona, il capo dello Stato comincerà le consultazioni al Quirinale.

Fino ad allora Mattarella cercherà di tenersi lontano dalla mischia: non a caso ha messo il Mar Tirreno in mezzo tra lui e Roma. Però, siccome l'isola della Maddalena non è la Luna, il dibattito e le proposte arrivano anche lì. La novità, rispetto ai giorni scorsi, è il movimento di tanti e diversi protagonisti per evitare il voto anticipato, che si aggiunge al pericolo, ben presente anche al Colle, di arrivare troppo sotto la sessione di bilancio di fine anno, con la difficoltà di preparare una Finanziaria adeguata. Possiamo permetterci di far schizzare l'Iva al 25 per cento? Non sarebbe meglio pensare prima a scongiurare l'aumento?

Il presidente per ora considera «prematura» ogni ipotesi di soluzione e, prima di decidere, preferisce aspettare di vedere che cosa succede. Chiaramente, se saliranno al Quirinale presentandogli una maggioranza alternativa, non potrà fare finta di niente. Anzi, forse sarà contento.

Anche se, raccontano quelli che ci hanno parlato in queste ore, sarebbe meglio che una eventuale nuova alleanza non fosse solo un'accozzaglia, ma avesse pure una base, un comun denominatore.

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