E ora tocca agli over 80. Dopo la vaccinazioni di medici, personale sanitario e pazienti delle Rsa, è la volta della popolazione più anziana, 4,4 milioni di persone. Le operazioni cominceranno prima rispetto al previsto e già a febbraio gli anziani riceveranno la prima iniezione. «Siamo riusciti ad abbreviare i tempi - spiega il commissario straordinario Domenico Arcuri - non perchè alla campagna vaccinale abbiano aderito pochi medici, anzi. Ma perchè il vaccino di Moderna è arrivato prima rispetto alle nostre previsioni. Questo ci permette di procedere più velocemente, tanto che a marzo cominceremo con le vaccinazioni agli over 60».
A febbraio, oltre agli anziani, verranno vaccinati gli insegnanti, le forze dell'ordine, il personale carcerario. In queste ore dalle varie categorie arrivano richieste per avere la priorità rispetto agli altri: si sono mossi gli avvocati, i commercianti, le associazioni dei malati. Ma l'ordine con cui si procederà è già stato stabilito e i criteri con cui verranno selezionate le persone da vaccinare per prime terranno sempre contro di due aspetti: la fragilità e il grado di esposizione al contagio.
La seconda fase sarà la più difficile, sia per i numeri delle persone da vaccinare sia perchè non si tratta di personale medico o di ospiti delle strutture. Il debutto sul territorio si articolerà nelle strutture ospedaliere e nei padiglioni primula, all'aperto. Progressivamente i punti vaccinali, che ora sono 293, saliranno a 1.500 e a breve verranno anche aperte le prenotazioni per il vaccino. «Per gestirle il sistema informativo è già pronto» assicura il commissario.
Oggi l'Italia sforerà il muro del primo milione di vaccinati, il dato migliore d'Europa (la Germania ieri era a 840mila iniezioni, la Francia a 250mila). Ma la strada da fare per raggiungere l'immunità di gregge è ancora tutta in salita.
Gli scenari sono due: si riusciranno a vaccinare 30 milioni di persone nel 2021 (di cui 6 milioni da qui a marzo) se i vaccini in pista rimarranno solo Pfizer e Moderna. Se invece entrerà anche in gioco Astrazeneca (si spera nell'autorizzazione dell'Ema entro la fine del mese), allora i vaccinati del 2021 saranno 50 milioni di persone. Le dosi infatti (che al momento sono 60 milioni), potranno contare su altri 40 milioni di fialette. Alla vigilia del debutto della campagna vaccinale sul territorio, si prepara anche il personale. Che al momento è insufficiente. «Abbiamo già avviato le selezioni per il primo gruppo di medici e infermieri, in tutto 1.500 persone - garantisce il commissario - che cominceranno a lavorare il 20 gennaio e poi procederemo progressivamente, aumentando chi gestirà le vaccinazioni. Cominceremo con medici di medicina generale, pediatri e successivamente coinvolgeremo anche i farmacisti».
Dai tecnici del governo arrivano rassicurazioni sia sulla quantità di dosi, sia sui tempi di somministrazione: saranno veloci e ogni regione, in vista del secondo giro di iniezione, non dovrà avere in magazzino più del 30% delle fiale ma smaltirle il più rapidamente possibile.
Nei prossimi giorni verrà valutata anche l'ipotesi di un patentino Covid per chi è protetto dal virus: ipotesi caldeggiato anche dalla conferenza Stato Regione per far ripartire progressivamente l'economia.
Ben consapevole che il vaccino non è la bacchetta magica contro il virus, Arcuri annuncia anche l'avvio da oggi dei test rapidi per la diagnosi. «Ormai - spiega - siamo noi che troviamo il virus e riusciamo a rintracciarlo presto, quando ancora non ha fatto troppi danni: certamente questo ulteriore, possibile incremento dell'attività di screening porterà ad un ulteriore incremento dei numeri del fenomeno.
Nella prima fase della pandemia, su 100 persone contagiate solo 50 si curavano a casa, oggi sono 95 perchè riusciamo a rintracciare il virus appena attacca con un numero crescente di tamponi: a maggior ragione ci riusciremo con l'ausilio dei test rapidi».
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