Il primo traguardo è stato raggiunto: il 70% degli italiani vaccinabili ha ricevuto la seconda dose con oltre 77 milioni di fiale utilizzate. Ufficialmente, il sito del governo, alle 17 di ieri pomeriggio, indica una percentuale del 69,3 ma Umbria, Lazio, Lombardia, Molise e Puglia hanno già superato la soglia di qualche punto.
Nelle altre regioni, molti centri vaccinali si stanno lentamente svegliando dal letargo agostano che ha fatto crollare del 66,5% la somministrazione delle dosi in tutta Italia e si confida che anche chi arranca con le immunizzazioni come la Sicilia (solo 61% di vaccinati) si mettano a settembre a correre. Anche perché l'obiettivo del generale Figliuolo, più volte ribadito, è quello di immunizzare l'80% della popolazione over 12 anni entro la fine di settembre, obiettivo che «sarà pienamente completato».
Il crollo delle vaccinazioni dovuto alla pausa estiva, in realtà, era stato messo in conto dalla struttura commissariale. Forse in modo un po' ottimistico visto che Figliuolo si riferiva alle due settimane a cavallo di ferragosto quando parlava di «calo fisiologico». Ma a fine mese si arranca ancora, soprattutto dove dovrebbe esserci uno scatto di reni. Nel grande hub di Palermo, per esempio, nonostante la stretta della zona gialla che scatta oggi in tutta la regione, non si superano neppure le mille iniezioni. Ai tempi d'oro delle vaccinazioni, si arrivava a 5-6 mila.
Settembre però sarà il mese della svolta. Con l'apertura dell'anno scolastico e la stretta del green pass per circolare, le cose dovrebbero cambiare a vista d'occhio. I giovani aiuteranno ad alzare i numeri, perché hanno voglia di vaccinarsi per riprendersi la loro vita quasi-normale. Avranno solo la seccatura di indossare al chiuso la mascherina, dovrà essere sopportata, ma è poca cosa se si pensa ai danni e alle limitazioni che hanno subìto durante la chiusura del paese del periodo più buio.
Nei prossimi giorni anche gli esperti si aspettano un'impennata di richieste. Che faranno lievitare i numeri complessivi. Ora, dunque, superato il primo giuro di boa, l'attenzione sarà per il prossimo (ed ultimo?) step, che è la copertura dell'80% della popolazione. Ma anche quel punto, non si potrà parlare di immunità di gregge. A causa della variante Delta, non si può più pensare di scacciare il virus, ma solo di addomesticarlo e farlo declassare, come capita per chi è vaccinato, ad una normale influenza, o ad un forte raffreddore.
Ma per raggiungere questa situazione di quasi normalità bisogna vaccinare gli indecisi. Primi tra tutti i 4,6 milioni di over 50 che non hanno ancora completato il ciclo, di cui ben 3,52 milioni (il 12,9%) che non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose (ma sono il 19,6% della Sicilia). Questa fascia di età si sente ancora invincibile, a dispetto dei dati snocciolati dall'Istituto superiore di sanità che li addita ormai come categoria a rischio. Eppure, per chi ha completato il ciclo vaccinale, cioè entrambe le dosi, le ospedalizzazioni, i ricoveri in terapia intensiva e i decessi si riducono rispettivamente dell'84,4%, 89,5% e 80%.
Ma se i dati confermano l'esitazione vaccinale degli over 50, salgono tutte le curve a cominciare dagli under 40. I trentenni e i ventenni sono vaccinati per oltre la metà, mentre siamo al 31% nella fascia dei 12-19 anni.
Intanto i contagi non si fermano anche se i numeri rimangono sotto controllo. In tutto ieri si sono contate 5959 infezioni, maglia nera alla Sicilia che ha rilevato oltre 1300 contagi e 10 decessi su 37 del totale nazionale.
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