Prosegue serratissima la corsa al vaccino anti Covid19. Sono oltre 40 i candidati già in fase 3, quella della sperimentazione sull'uomo.
Fra i candidati più promettenti c'è la profilassi realizzata in collaborazione con l'Università di Oxford da Astrazeneca alla quale partecipa attivamente anche l'Italia che lo produrrà grazie alla Irbm di Pomezia e lo infialerà presso la Catalent di Anagni. E ieri è arrivato un annuncio che fa ben sperare per un ritorno alla normalità
«I primi 2-3 milioni di dosi del vaccino anti Covid Oxford-Irbm-AstraZeneca dovrebbero arrivare all'Italia entro la fine di novembre se la sperimentazione in corso procederà positivamente, dopo la sospensione temporanea a causa di una reazione sospetta su un volontario poi dimostratasi non legata al candidato vaccino». A dirlo Piero di Lorenzo, presidente della Irbm di Pomezia. «Se non si verificheranno criticità e la sperimentazione proseguirà come previsto, dunque, sarà rispettata la tempistica già annunciata dallo stesso ministro della Salute Roberto Speranza», ha concluso di Lorenzo. Pochi giorni fa il ministro Speranza aveva parlato della necessità di resistere «sei mesi» periodo necessario sia a mettere a punto una profilassi sicura sia un protocollo di cura, una terapia basata sugli anticorpi monoclonali, il plasma dei convalescenti.
Ma alla corsa al vaccino partecipano anche la Cina e gli Usa. Il vaccino anti-coronavirus potrebbe essere pronto «potenzialmente entro la fine di settembre». Lo ha detto il capo dello staff della Casa Bianca, Mark Meadows, assicurando che l'amministrazione Usa ha «una reale speranza di ottenere qualcosa che funzioni davvero». Non appena pronto si darà il via alla distribuzione entro 24 ore dall'autorizzazione della Fda (Food and Drug Administration). Il piano di distribuzione è stato reso noto dal dipartimento della Salute insieme a quello della Difesa e verrà inviato a funzionari locali e statali.
Ma per il direttore dei Centers for Disease Control (CDC), Robert Redfield, i tempi sono più lunghi, bisognerà aspettare la metà del 2021 per avere sufficienti dosi di vaccino che permettano agli Stati Uniti di tornare alla normalità. Le vaccinazioni inizieranno a novembre o dicembre, ha spiegato Redfield, ma le dosi saranno limitate e bisognerà «fissare delle priorità», privilegiando gli addetti sanitari e le persone più vulnerabili.
«Se mi chiedete quando sarà disponibile a tutto il pubblico americano, così che possiamo tornare alla nostra vita normale, credo che probabilmente dobbiamo guardare al secondo quadrimestre del 2021», ha concluso lo scienziato.
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