Roberto Pellegrino
Madrid Nessun rumore sospetto, nessun grido, niente che possa far pensare a una colluttazione o alla presenza di qualcuno penetrato in casa. I due coinquilini che abitavano con lui nell'appartamento di calle José Maria Haro a Valencia, sono sconvolti e non sanno cosa credere davanti alla misteriosa morte di Giacomo Nicolai, 24 anni. Ieri mattina, non vedendolo in piedi, hanno aperto la porta della sua stanza e l'hanno trovato a letto, riverso su un lato, con un coltello piantato nel petto. A nulla è valso l'arrivo dell'ambulanza: i paramedici hanno accertato la morte per accoltellamento dovuto a tre ferite, l'ultima letale per l'organo vitale.
I due inquilini sono stati interrogati per tutto il pomeriggio nel commissariato di polizia, ma sembra che nulla di sospetto sia emerso: Giacomo, originario di Fermo, la sera prima di morire, era rimasto solo in camera al computer. Il giovane marchigiano frequentava altri studenti italiani e di varie nazionalità, usciva per bersi una birra, andava in discoteca, come ogni ventenne in Erasmus. E non era mai stato coinvolto in risse, né aveva ricevuto minacce. I rilevamenti della scientifica non hanno riscontrato segni di effrazione nell'appartamento, né alcun segno di lotta tra Giacomo e un suo probabile assassino. Inoltre, da un primo esame del corpo del ragazzo da parte del medico legale, si è parlato, di suicidio, ma bisognerà attendere una decina di giorni per il referto dell'autopsia, già disposta dal magistrato inquirente, per cercare eventuali segni d'aggressione sul corpo del ventiquattrenne.
Nella serata di ieri, le autorità valenziane, benché il caso fosse ancora aperto, parlavano di suicidio: il giovane si sarebbe, quindi, inferto volontariamente le tre coltellate per farla finita. Tuttavia nessuna lettera d'addio a genitori e amici è stata trovata nell'appartamento. Gli stessi coinquilini hanno escluso comportamenti sospetti del loro amico e coetaneo nei giorni precedenti la morte.
Giacomo Nicolai apparteneva a una famiglia molto conosciuta a Fermo. Il padre, Stefano è un bancario delle Cassa di Risparmio di Fermo, mentre la madre, Erminia Fidanza, ha uno studio di avvocato. Lo studente, che aveva anche due sorelline più piccole, era conosciuto per il suo impegno politico, a livello locale, nelle liste di Forza Italia Giovani dove era un grande promotore delle attività. Nella sua città lo descrivono come un giovane solare, con molta voglia di fare, di realizzarsi e di conoscere nuove culture. Questo desiderio lo aveva spinto, dopo la laurea in ingegneria ad Ancona e una magistrale a Torino, a partire per Valencia per seguire i corsi universitari in spagnolo e abitare in un appartamento a due passi dalla spiaggia.
Già nella serata di ieri i genitori di Giacomo sono giunti nell'ospedale universitario di Valencia per riconoscere il figlio e seguire le indagini.
La Spagna, con Madrid, Barcellona e Valencia è tra i Paesi europei al primo posto di gradimento per gli studenti Erasmo, non solo italiani.
Più economica della capitale spagnola e della capitale
catalana, Valencia ha ospitato anche le tredici studentesse, di cui sette italiane, rimaste uccise quasi un anno fa, il 20 marzo, in un incidente stradale causato da un colpo di sonno dell'autista del bus su cui viaggiavano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.