Valentina e il piano dell'omicidio: "Aspetto un figlio tuo"

L'ultimo raggiro, i ricatti: così la donna e il compagno estorcevano denaro al turco

Valentina e il piano dell'omicidio: "Aspetto un figlio tuo"
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"Vito era contento di questa notizia, aveva creduto alle parole di Valentina che gli aveva detto di essere incinta e di aspettare un figlio da lui. Io ho molti dubbi sulla veridicità di questa notizia, penso che lei lo abbia usato per ricattarlo. In seguito Vito sembrava aver cambiato opinioni su Valentina. Parlando di lei mi ha detto: Adesso mi sta rompendo i coglioni. Credo alludesse alle sue pretese perché Vito le comprava di tutto: dalla cocaina, al piercing, al mangiare. E poi mi aveva anche confidato che lei intendeva abortire".

Un piano (fallito) per continuare a raggirare il 62enne Hayati Hayim Aroyo, da tutti conosciuto come "Vito", pregiudicato di origini turche con solidi legami con la criminalità del Paese d'origine. E dopo aver utilizzato la sua cocaina per mesi gratis, senza mai scucire un euro, dopo essersi fatta comprare "di tutto" da lui, la 36enne Valentina Peroni contava di spennarlo ulteriormente, facendogli credere persino di aspettare un figlio da lui per avanzare ulteriori pretese di denaro e spuntare un vero e proprio assegno di mantenimento, magari vita natural durante, per il pupo in arrivo.

Lo ha dichiarato a verbale, durante l'inchiesta, agli investigatori della sezione "Omicidi" della Squadra mobile di Milano un conoscente della Peroni, arrestata venerdì insieme al marito Emanuele Paganini, 38 anni e al loro amico e convivente albanese 33enne Elvis Simoni, per l'omicidio di Vito, ucciso con trenta coltellate la notte del 23 luglio scorso a Sesto San Giovanni, in un appartamento poi dato alle fiamme insieme al cadavere. Nel frattempo, infatti, non solo l'italo turco si era allontanato dal trio di sanguisughe che prima frequentavano regolarmente la sua abitazione cambiando almeno un paio di indirizzi di residenza per seminarli ma, dopo aver solo minacciato di farlo se non gli avessero pagato una partita di cocaina di cui si erano appropriati indebitamente, di fronte alle loro incessanti richieste, aveva realmente messo online un video hot in cui Valentina appare insieme a un'altra persona. Fatto, questo, che aveva fatto arrabbiare in particolare Simoni, autore materiale dell'aggressione omicida a Vito, messa a punto come programmato nel piano criminale di vendetta ideato con la coppia di conviventi-amanti.

Sfruttando il suo debole per Valentina, infatti, i tre erano riusciti a organizzare un incontro tra Vito e la donna nell'appartamento che uno studente universitario in vacanza aveva subaffittato al 62enne al pianterreno di in via Fogagnolo 130, a Sesto San Giovanni. Una volta a conoscenza del nuovo indirizzo la donna - caschetto biondo, tatuaggi su braccia e gambe e una corona impressa sotto al collo - aveva raggiunto Vito, lasciando però il portone d'ingresso aperto per far entrare anche Simoni.

Valentina assiste all'omicidio, vede morire Vito, dilaniato dalla raffica di coltellate sferrate dall'albanese. E prima di andarsene insieme a lui dopo aver appiccato le fiamme, arraffa il telefonino, l'Ipad e le carte di credito di Vito.

Più tardi scriverà su Whatsapp a Simoni, che chiama "amor" e che con il marito ospita a casa sua in un ménage à trois: "Kmq sono tanto debole quanto troppo forte. Avevo paura di provare pietà, ma non l'ho provata quando guardavo era per vedere se provavo qualcosa ma nulla".

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