Roma - Mancano cinque giorni al deposito delle liste del ministero dell'Economia per il rinnovo dei consigli di amministrazione di Eni, Enel, Poste, Terna ed Enav, ossia per le società quote il cui azionista di maggioranza è il Tesoro. Se all'inizio dell'anno si pensava che la natura «a tempo» del governo Gentiloni rafforzasse la presa dell'entourage renziano sulle spa che fanno capo a Via XX Settembre, con il progressivo rafforzarsi dell'esecutivo sono cambiate le carte in tavola. Il ruolo del premier, dei ministri Pier Carlo Padoan e Carlo Calenda - oltreché del presidente della Repubblica Sergio Mattarella - sono diventati pressoché preponderanti. Tuttavia questo non vuol dire che la navigazione in questo mare tempestoso sia diventata meno ardua.
Si procede con molta circospezione cercando di non scoprirsi eccessivamente. Il Tesoro si è affidato alla consulenza di tre società specializzate (Korn Ferry, Eric Salmon e Spencer Stuart). Al momento, gli unici due manager più «sicuri» della riconferma sono gli ad di Eni, Claudio Descalzi, e di Enel, Francesco Starace. Tale stato di cose non significa assolutamente che, per quanto riguarda le altre società, siano in vista grandi sommovimenti. Anzi, più si moltiplicano rumor e indiscrezioni più promozioni e rimozioni diventano complesse. È il caso dell'ad di Poste, Francesco Caio. È risaputo che l'intenzione dell'ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi, fosse quella di sostituirlo perché poco prono ai diktat del Giglio magico (soprattutto per le vicenda Mps e per il mantenimento dell'italianità di Pioneer messa in vendita da Unicredit). E tuttavia più sui media rimbombano gli echi del malcontento di Rignano sull'Arno più Caio può considerarsi saldo al suo posto perché sarebbe complicato giustificare al mercato l'allontanamento di un manager che ha conseguito buone performance (senza contare che sarebbe in calendario il collocamento in Borsa di un'altra tranche). Non a caso ieri Goldman Sachs ha alzato da 7 a 7,2 euro il prezzo obiettivo di Poste rimarcando ancora una volta l'importanza dell'azione di efficientamento del gruppo soprattutto sul versante logistica prevista dal piano di Caio.
La conferma del numero uno di Poste renderebbe meno probabile uno spostamento di Matteo Del Fante dalla guida di Terna a quella di un'altra spa del tesoro, mentre per quanto riguarda Leonardo-Finmeccanica sembra più difficile la conferma di Mauro Moretti in seguito alla condanna in primo grado per i fatti di Viareggio, nonostante i buoni risultati finanziari conseguiti.
Alla presidenza del gruppo aerospazio e difesa dovrebbe comunque restare Gianni De Gennaro, mentre per il ruolo di ad sarebbe in pole l'«interno» Fabrizio Giulianini, mentre è molto improbabile che Alfredo Altavilla lasci Fca per andare a Finmeccanica. In dubbio le quote rosa alle presidenze. «Aspettiamo», hanno detto ieri all'unisono Patrizia Grieco (Enel) e Luisa Todini (Poste).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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