
La rivelazione è del Financial Times: l'aereo di Ursula von der Leyen atterra in Bulgaria senza l'ausilio del sistema Gps ma utilizzando le mappe cartacee a causa di una "interferenza". Poche ore dopo, la portavoce della Commissione europea Arianna Podestà punta il dito contro Mosca, parlando di "una palese interferenza della Russia" e insistendo: "Siamo, ovviamente, consapevoli, e in qualche modo abituati, alle minacce e intimidazioni che sono una componente regolare del comportamento ostile della Russia". Ma Mosca smentisce. E, anche in Italia, la notizia non incassa sdegno bipartisan. Anzi.
Qualcuno, come la dem Simona Malpezzi, non ha dubbi a schierarsi con la presidente della Commissione Ue. "Quello che oggi la Russia ha fatto alla presidente von der Leyen scrive su X la senatrice del Partito democratico - è un messaggio chiaro a tutti noi: una minaccia all'Europa e alle sue istituzioni che Putin vuole piegate alla sua volontà". E la coda del post di Malpezzi è polemica verso quelli che chiama i "filoputiniani nostrani". "Non hanno nulla da dire?", si domanda l'esponente dem, che conclude esprimendo la propria "solidarietà alla presidente". "Un fatto molto grave, l'ennesimo episodio di guerra ibrida che pochi hanno il coraggio di denunciare", attacca la vicepresidente del Parlamento europeo e membro Pd Pina Picierno. "Chissà come giustificherà la filiale italiana di radio Mosca", scrive invece Carlo Calenda di Azione. "Il regime russo ci vuole morti, l'Europa, le sue istituzioni. Non so se è chiaro a tutti", scrive su X il deputato Pd Filippo Sensi.
Ma, come detto, qualcuno nutre dubbi su ciò che è accaduto nei cieli sopra la Bulgaria. E tra i "complottisti" c'è sicuramente Roberto Vannacci. Il generale che ha raccontato il suo "mondo al contrario" vede le cose esattamente all'inverso rispetto a Malpezzi, e non nasconde il suo scetticismo rispetto all'ipotesi di una pista russa per l'incidente capitato al velivolo della von der Leyen. Argomentando la sua posizione sia dal punto di vista tecnico che politico. Quanto al primo aspetto, l'eurodeputato e vicesegretario del Carroccio ammette che "le interferenze sui gps sono sempre possibili", ma ricorda come "in genere sono areali e non riguardano un solo velivolo". Insomma, se tutto fosse andato come racconta la versione ufficiale, spiega il politico leghista, "altri velivoli vicini a quello sospettato di essere obiettivo del jamming avrebbero dovuto essere coinvolti, e non credo che in quell'aeroporto bulgaro atterrasse solo la presidente della Commissione". Anche sulla questione dell'aereo costretto ad atterrare utilizzando la cartografia tradizionale, il generale ha dei dubbi: "Ogni velivolo ha sistemi di navigazione ridondanti, quindi l'eventuale perdita di segnale Gps non ne pregiudica la navigazione", taglia corto l'europarlamentare.
Non sono gli unici elementi che portano Vannacci a dubitare delle ricostruzioni. "Senza soffermarci sulle questioni tecniche, perché avrebbero dovuto farlo?", osserva con un po' di sarcasmo l'esponente del Carroccio, affondando il colpo contro la presidente della commissione: "La von der Leyen spiega infatti Vannacci - è ininfluente nel futuro della Russia che negozia con Trump, stringe legami sempre più stretti con Xi Jinping, Modi e i Brics, fregandosene di Bruxelles". Insomma, più che dubbi, quelle che esprime Vannacci sono certezze "al contrario". E così "in mancanza di ulteriori dati comprovanti ritengo la notizia priva di fondamento", conclude il vicesegretario della Lega.
Che derubrica il tutto a una mera bufala, una fake news "da ascriversi ai mille goffi tentativi di demonizzazione del Cremlino". Dubbioso anche il vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini: "Non faccio il tecnico aeronautico. Ho letto che la Russia smentisce qualsiasi coinvolgimento, quindi non commento ipotesi", ha detto.