La vendetta degli "eretici" buttati fuori. "Macché puri, siete solo dei disonesti"

La rivincita degli epurati. E l'ex iena Giarrusso: "L'indagine interna? Si sapeva da tempo..."

La vendetta degli "eretici" buttati fuori. "Macché puri, siete solo dei disonesti"

Roma - La retorica grillina dell'onestà sta crollando sotto i colpi dello scandalo rimborsi. E per gli ex militanti che in passato avevano lanciato accuse di scarsa trasparenza ai vertici, è come un risveglio. Vedi il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti: «Lo dico chiaro e tondo: non siete il partito degli onesti. Siete il partito delle offese e della disonestà intellettuale. Io vado avanti a testa alta, come sempre. Voi da oggi non potete più dire né fare altrettanto», scrive il primo cittadino su Facebook. Attacca a testa bassa, sempre via social, anche Marika Cassimatis. L'ex candidata sindaca di Genova, esclusa da Beppe Grillo dalla corsa al Comune, ha da poco presentato un libro sulla «grande illusione» pentastellata. «Il Partito di Di Maio - scrive la Cassimatis - applica regolamenti, statuto, codice civile e Costituzione come viene e conviene».

L'inchiesta sulla presunta «rimborsopoli» dalle Iene farà senz'altro meno piacere a chi lavorava gomito a gomito con gli autori. È il caso di Dino Giarrusso, ex Iena, candidato M5s alla Camera nel collegio uninominale di Roma 10. Che ora tra l'altro, ammette che sapeva dell'inchiesta sui rimborsi della trasmissione già prima di candidarsi. I suoi vecchi colleghi non sono stati teneri nei suoi confronti. «Ci siamo sentiti un po' traditi e siamo rimasti sorpresi dalla scelta di Dino. Come iena ha fatto inchieste valide, come politico vedremo», ha detto al Corriere la conduttrice Nadia Toffa.

Ma è Pizzarotti, che due anni fa se n'è andato dal Movimento sbattendo la porta, a usare i toni più duri. «L'arma della rendicontazione è stata usata in diversi casi contro chi non aveva una visione allineata con il vertice e in alcuni casi verso chi era uscito dal movimento per motivi diversi. Un modo per dire è puro chi restituisce, gli altri non hanno dignità», ha detto il sindaco all'Adnkronos. In un post pubblicato su Facebook, il primo cittadino ha fatto riferimento agli avvenimenti che portarono alla sua sospensione dal Movimento: «Trattato come un appestato solo perché osavo dire le cose alla luce del sole, con totale chiarezza e davanti a tutti, con me hanno confuso la trasparenza con la mancanza di etica». Pizzarotti fu coinvolto in un'indagine per abuso d'ufficio relativa alle nomine al Teatro Regio di Parma. La sua posizione fu archiviata, ma quando la vicenda divenne pubblica, i vertici lo accusarono di aver nascosto la notizia dell'avviso di garanzia: «La mancanza di etica e la disonestà intellettuale era tutta loro».

Adesso il «fiume» di rivelazioni «sta diventando un torrente», per usare le parole di Pizzarotti. E anche per gli ex grillini confluiti nel gruppo Alternativa Libera, è tempo di togliersi qualche sassolino dalla scarpa.

«Quello che sta venendo fuori con i bonifici che parrebbero falsi è scandaloso», dice al Giornale Tancredi Turco, deputato veronese eletto con i 5 Stelle. Che aggiunge: «Ho idea che scavando si troveranno un sacco di altre cose». La vera questione, secondo Turco, è che «quanto il Movimento dichiara di spendere non è verificabile».

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