"Vendevamo anticaglie a Ballarò. Ora in tasca son rimasti 40 euro"

Rosi ha due figli problematici: "Chi farà loro le terapie?"

"Vendevamo anticaglie a Ballarò. Ora in tasca son rimasti 40 euro"

«Devo essere sincera? No, non dormo più. Ogni giorno vedo l'alba». Rosi ha 43 anni, vive allo Zen, dentro la Palermo più difficile «un quartiere dove in un secondo passi dalla bravissima gente a gente che ha molta cattiveria nel cuore». Sono in 5 in 65 metri quadrati. Il marito è cardiopatico, «quindi a rischio, ce lo riserviamo in tutto e per tutto». Vendeva cose vecchie al Ballarò, il mercato. Ma ora non si può più. Sta a casa. Con i figli, Mattias, 14 anni, Sofia, di 7 e il piccolino, Aleandro 4 anni. «Il grande deve fare gli esami di terza media. Ha la sindrome di borderline - racconta Rosi - Deve essere un po' gestito a stare chiuso in casa. Ma la mia preoccupazione è soprattutto per Sofia. Ha una serie di problemi... è ancora all'asilo e ogni giorno da quando aveva due mesi segue una serie di terapie. Per questo io non posso lavorare, da sempre mi dedico a lei. Adesso abbiamo dovuto interrompere tutto e mi rendo conto che sta andando indietro, stiamo perdendo i risultati ottenuti. E io so cosa vuol dire. Quando interrompiamo ad agosto, al rientro a settembre non riconosce più le sue terapiste che la seguono da sei anni, non si fida di loro, non si apre e le sto parlando solo di un mese. Cosa succederà ora? Quello che abbiamo fatto lo abbiamo perso. E mi fa una rabbia da morire... perchè facciamo tanti sacrifici». Però dice Rosi «ringrazio Dio perchè ho il reddito di cittadinanza. 900 euro. C'è gente che sta peggio di me. La mia amica non ha neanche quello. Ogni tanto le faccio un sacchettino. Non guardo solo alla mia tasca. La paura più grande? Non riuscire a riprendere il percorso dei miei figli. E poi di rimanere senza soldi». Di quei 900 euro infatti ogni mese può prelevare di «liquidi» solo 180 euro. «Quello che resta sulla carta serve per fare la spesa, la luce, l'affitto, i farmaci per mio marito. Però se devo comprare il pane non lo scarico dalla carta. Cerco di fare più economia possibile. Questo mese per esempio tra pane, ricariche del cellulare, il flessibile rotto dello scaldabagno ho dovuto pagare con i soldi. Però mi sono rimasti ancora 40 euro. Per carità tutto il rispetto per le persone che stanno male, che soffrono, ma anche per noi non è facile, la mente non trova via d'uscita perchè nella mia situazione non si può fare niente. I centri sono chiusi, le scuole pure».

Cosa ha cucinato oggi? «Oggi pasta con i piselli e con gli stessi piselli facciamo le uova stasera. Per fare economia. Si sa com'è, quando c'è crisi tolgono tutto, non è che aggiungono. E se domani dovessero toglierci anche quei 900 euro?».

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