Verratti ricompra il pc al bambino disabile

Verratti ricompra il pc al bambino disabile

Lui, assicura, non voleva che la cosa si sapesse. E alla fine non è nemmeno importante se questo è vero o no. Resta il fatto che Marco Verratti, centrocampista abruzzese da sei anni nelle fila del Paris Saint-Germain, una delle squadre più ricche del mondo, ha letto del piccolo Andrea, il bambino disabile bolognese a cui hanno rubato qualche giorno fa il computer speciale che rendeva la sua vita meno difficile, e non ha avuto esitazioni: ha fatto un bonifico di 10mila euro per riacquistare la strumentazione. Poca roba, dirà qualcuno, a fronte dei 600mila euro lordi al mese guadagnati dal venticinquenne centrocampista, che è anche - secondo il sito Trasfermarkt - il giocatore italiano più prezioso, anche se non ha mai giocato una partita in serie A (nel 2012 passò direttamente dalla serie B vinta con il Pescara all'ombra della Torre Eiffel). Certo, poca roba. Ma conta il gesto. E conta, soprattutto, il sorriso di un bambino.

Il furto era stato scoperto qualche giorno fa: approfittando delle lunghe vacanze estive, i ladri sono entrati - forse in diverse occasioni - nella scuola elementare Giordani, a Bologna, e hanno messo a soqquadro l'istituto, vandalizzando molti ambienti della scuola e portando via cinque computer tra cui quello che conteneva un programma molto costoso che consentiva ad Andrea - 9 anni e una disabilità che gli impedisce di parlare - di comunicare con il resto del mondo e quindi di studiare. Il papà di Andrea, Gianluca Dall'Osso, ha fatto un commovente appello ai malviventi perché restituissero il prezioso computer. I ladri si sono ben guardati dal muoversi a compassione (anzi la scorsa notte hanno fatto ritorno nella scuola rubando e distruggendo un altro po'), ma il campione ha fatto la cosa giusta. Ha chiesto a un suo uomo di fiducia di contattare la scuola e di disporre a loro vantaggio un bonifico di 10mila euro, più che sufficienti a riacquistare la preziosa tecnologia.

Verratti è stato contattato dal papà di Andrea, che lo ha ringraziato e gli ha proposto di incontrare il bambino. «Al telefono è stato di poche parole», ha detto Gianluca al Corriere di Bologna. Ma le parole, e alle volte perfino i gol, contano davvero poco.

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