La prospettiva non sarà quella di una nuova Dc, certo. Ma il percorso verso cui si sta avviando il centrodestra nelle ultime settimane pare tracciato. Parlano chiaro i contatti tra Silvio Berlusconi e Angelino Alfano, per un anno o quasi del tutto assenti al punto che a luglio il primo si fece anche negare al telefono il giorno dell'assoluzione per la vicenda Ruby. I complimenti Alfano glieli fece giorni dopo e da allora ci sono stati altri contatti telefonici e almeno un faccia a faccia rimasto riservato. Si arriva così a oggi, all'incontro di lunedì scorso in prefettura a Milano cui si è volutamente deciso di dare un buon risalto mediatico e al bis di ieri in Senato.
L'impressione, insomma, è che quello tra Forza Italia e Ncd possa essere qualcosa di più di un semplice accordo in vista del Quirinale. Certo, il passaggio è delicato e poter giocare la partita del Colle con una sponda rende Berlusconi e Alfano rispettivamente più forti verso Matteo Renzi. Il punto, però, è un altro. E riguarda la convergenza sull'Italicum con premio di maggioranza alla lista. Un'intesa in questo senso, infatti, impone che il leader di Forza Italia e il suo ex delfino abbiano già affrontato nel dettaglio il capitolo lista unica. Con lo sbarramento del 3%, d'altra parte, Ncd rischierebbe grosso e l'operazione che ieri ha portato il leader del Pd a incassare al Senato il voto chiave sulla riforma elettorale non avrebbe alcun senso. Con buona pace di quanto assicurano Berlusconi e Alfano, dunque, la convergenza alle prossime elezioni di Forza Italia e Ncd in un'unica lista è stato sostanzialmente deciso e pure discusso approfonditamente (capilista compresi).
I primi segnali ci sono stati, a partire dai due incontri di questi giorni ad uso e consumo dei media. Il passaggio intermedio, invece, arriverà nelle prossime settimane, quando ci si dovrà concentrare sulle candidature per le Regionali di primavera. A quel punto la strada verso la lista unica - aperta ovviamente a tutto il cantiere centrista, compresi i resti della fu Scelta civica - sarà tracciata e chissà non possa prevedere anche un appoggio esterno al governo o addirittura un ingresso in maggioranza.
Uno scenario, insomma, in cui l'obiettivo è l'aggregazione di tutti i soggetti che fanno capo al Ppe, come accadde con l'Ump in Francia nel 2002 (quando conservatori, liberali, gollisti e centristi si unirono sotto lo stesso
simbolo). Un'operazione che in prospettiva potrebbe mettere in difficoltà sia la fronda azzurra che fa capo a Raffaele Fitto che Fratelli d'Italia. A differenza della Lega che potrebbe invece continuare a giocare in solitario.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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