Il vertice delle liti: Conte riapre le aule e Italia viva attacca sul caso vaccini

Le tensioni nel governo si scaricano sulla riunione per il prossimo decreto. Bellanova: "Servono certezze e non ne vedo". Il premier non cede sul ritorno in classe: frizioni con i rigoristi

Il vertice delle liti: Conte riapre le aule e Italia viva attacca sul caso vaccini

Tutto si tiene. La crisi dei giallorossi e i ritardi sui vaccini. La riapertura delle scuole e le proteste dei governatori di centrodestra. La crisi di governo irrompe sulle decisioni sul prossimo decreto anti-Covid durante la capidelegazione convocata in mattinata dal premier Giuseppe Conte. Prende la parola Teresa Bellanova, ministro dell'Agricoltura, in rappresentanza dei renziani di Italia Viva, il partito che da settimane sta minacciando la tenuta dell'esecutivo. Ecco le sue frasi, riportate con solerzia al termine della riunione da fonti di Iv. Un modo come un altro per continuare ad alzare l'asticella della tensione all'interno della maggioranza. «Ancora una volta di più oggi verifichiamo l'insufficienza del sistema sanitario, sancita dalla necessità di far scattare le Regioni arancioni o rosse con soglie di Rt più basse di quanto indicato in precedenza per evitare ulteriori criticità», va subito all'attacco Bellanova. La polemica dei renziani copre il fianco alle perplessità dei governatori sul calcolo dei parametri necessari per far cambiare di colore una regione. Infatti i presidenti delle Giunte regionali hanno già proposto al governo di considerare, ai fini della stima del tasso di positività, anche i tamponi antigenici rapidi.

Ma il fronte più caldo dello scontro politico sulla gestione della pandemia è quello dei vaccini. Un capitolo aperto da Matteo Renzi già prima delle vacanze natalizie. L'ex rottamatore nella sua E-news del 17 dicembre avvertiva: «Possiamo soltanto auspicare che sul vaccino non si ripetano i ritardi dei tamponi o dei banchi a rotelle». Un auspicio al momento disatteso. E Bellanova attacca frontalmente Conte durante la capidelegazione sulle misure anti-Covid: «Si verifica l'insufficienza e la poca chiarezza sul Piano vaccinale. Se si vuole uscire da questo stallo dando un messaggio chiaro ai cittadini c'è un solo modo: continuare puntuale tracciamento e far chiarezza sul piano vaccinale». I renziani fanno muro contro muro per quanto riguarda la linea dura delle restrizioni a partire dal 7 gennaio. «Il solo messaggio "restate in casa" è evidente che psicologicamente ed economicamente ai cittadini non basta più. A fronte di un sacrificio che chiediamo alle persone, dobbiamo dare certezze. E io per i dati che leggo, ancora ne vedo poche», fa sapere Iv riportando le parole di Bellanova.

Dichiarazioni che sortiscono l'effetto di provocare il panico in un M5s terrorizzato dalla crisi e di acuire il fastidio di Palazzo Chigi. Dove viene interpretato come un ulteriore sgarbo l'affondo nel corso di un vertice dalla natura più «tecnica» che politica. Conte è però criticato anche dall'ala «rigorista» per la sua intransigenza sulla riapertura delle scuole al 50% in presenza dal 7 gennaio. In uno scenario del genere, l'opposizione prova ad approfittare del caos. Va all'attacco la capogruppo di Forza Italia alla Camera, Mariastella Gelmini, che chiede vaccinazioni di massa per il personale scolastico: «Il piano vaccinale del governo semplicemente non esiste. L'esecutivo ancora una volta ha dimostrato la sua superficialità». E nel pomeriggio il leader della Lega Matteo Salvini riunisce in videoconferenza i governatori leghisti. Che si dicono «preoccupati per il silenzio da parte del governo sulle criticità sul tema della riapertura delle scuole». E chiedono «personale sanitario per effettuare le vaccinazioni». Al centro dell'incontro anche l'invio delle cartelle esattoriali che il centrodestra vuole bloccare e il Recovery Plan. E fonti della Lega prendono le distanze dalle dichiarazioni dell'assessore lombardo alla Sanità Giulio Gallera, che in un'intervista a La Stampa ha detto «non faccio rientrare i medici dalle ferie per le vaccinazioni».

Per il Carroccio le frasi di Gallera «non sono state condivise e non rappresentano il pensiero del

governo della Lombardia. Non possono comunque essere strumentalizzate dal governo Conte per accusare la Lombardia di ritardi nella campagna vaccinale». Un governo che secondo Salvini non è altro che «una sciagura per il Paese».

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