Roma - La tonaca nell'urna. È bufera sul vescovo di Assisi Domenico Sorrentino che, entrato a gamba tesa in campagna elettorale, di fatto ha determinato la vittoria della piddina Stefania Proietti. Nella città di San Francesco non si parla d'altro, tanto che i cittadini ora scherzano: «Il nostro nuovo sindaco è Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Sorrentino».
Cosa è accaduto? È successo che alla corsa per il Municipio s'è presentata una batteria di candidati: tutti in ordine sparso. C'era Giorgio Bartolini, appoggiato da una lista civica, da Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia (in testa dopo il primo round con il 27,3%); c'era Stefania Proietti sponsorizzata dal Pd e dai Cristiano riformisti (a un'incollatura con il 26,3%) e poi Antonio Lunghi (21,5%), lanciato da tre liste civiche; quindi il candidato dei 5 Stelle, Fabrizio Leggio e altri quattro concorrenti. Un gruppone, insomma.
Fin da subito Sua Eccellenza, vedendo la situazione così caotica, ha pensato di scendere in campo chiedendo a uno dei candidati di farsi da parte. All'alba di qualche settimana fa avrebbe infatti chiesto a Lunghi di mettersi in panchina per favorire la candidata del Pd. Lunghi, però, non s'è fatto intimidire dalla tonaca e ha continuato la sua corsa duellando fino alla fine.
Arrivato terzo al primo turno, sarebbe stato nuovamente oggetto delle attenzioni dell'alto prelato, interessato affinché il pacchetto dei suoi voti andasse alla Proietti anziché a Bartolini. Anche in questo caso Lunghi, tuttavia, non ha seguito le campane della Curia: «I cittadini votino secondo coscienza». Si è arrivati così alla finale di domenica ma già tra le viuzze di Assisi la gente mormorava parecchio sull'attivismo del Vescovo. L'incenso dovrebbe profumare le chiese e non le cabine elettorali; ma ogni tanto qualche effluvio si fa sentire anche lì.
In un messaggio, poi, il vescovo aveva messo in guardia i cittadini prima del voto: «Occorre mirare al bene comune - scrisse - E in vista di questo bene può essere chiesto all'uno di fare un passo indietro, all'altro di farsi avanti con umiltà e coraggio. Frammentare forze che potrebbero utilmente convergere (...) non è responsabile». Non solo. Al monsignore pare che la politica interessi proprio: «Si ricordi anche che, pur trattandosi di elezioni amministrative, i risultati saranno inevitabilmente letti in funzione della politica nazionale». Forse che al prelato stava particolarmente a cuore la sorte del governo Renzi?
Col ballottaggio arriva il verdetto finale: vince la piddina Proietti e il Monsignore torna a farsi sentire in una sorta di excusatio non petita (visto che nessuno aveva ufficialmente denunciato le sue presunte ingerenze, ndr) in cui lamenta «un clima di aggressione» a cui sarebbe stato sottoposto «nel corso di una campagna elettorale dai toni particolarmente accesi».
La sua difesa: mi pongo al di là e al di sopra degli schieramenti e delle geografie politiche; e non sono né di destra, né di centro, né di sinistra. Ma il Vescovo resta sulla bocca di tutti gli assisiani come artefice della vittoria della piddina, rompendo la quiete della città di San Francesco.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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