Guerra in Israele

Il veto degli Usa fa esplodere l'Onu. Tel Aviv ringrazia, Paesi arabi furiosi

Il no alla tregua arrivato solo da Washington diventa un boomerang Abu Mazen: «Complici dei crimini». Erdogan: «Nazioni Unite parziali»

Il veto degli Usa fa esplodere l'Onu. Tel Aviv ringrazia, Paesi arabi furiosi

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Il veto degli Usa fa esplodere l'Onu. Tel Aviv ringrazia, Paesi arabi furiosi

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Israele ringrazia gli Usa per il veto all'Onu con cui hanno bloccato la risoluzione del Consiglio di Sicurezza che chiedeva il cessate il fuoco umanitario immediato a Gaza, ma il resto del mondo critica la mossa di Washington. Dopo il voto di venerdì pomeriggio, arrivato al termine di una giornata di intensi negoziati diplomatici, il ministro degli Esteri di Tel Aviv, Eli Cohen, ha da un lato espresso «la gratitudine all'alleato americano per il suo sostegno nel continuare la lotta per riportare a casa gli ostaggi ed eliminare Hamas», e dall'altro è tornato ad attaccare il segretario generale Antonio Guterres, accusandolo addirittura di stare dalla parte di Hamas. Per Cohen la posizione di Guterres è «una vergogna e un marchio di Caino per l'Onu. La richiesta dell'Articolo 99, non avanzata per la guerra in Ucraina o in Siria, è un altro esempio della sua posizione parziale e unilaterale».

In realtà, il testo sul cessate il fuoco messo al vaglio del Cds ha ottenuto il sostegno di praticamente tutti gli altri membri (13 su 15, la Gran Bretagna si è astenuta), e l'isolamento di Washington riflette una crescente frattura con alcuni dei suoi più stretti alleati come Francia e Giappone, tra coloro che hanno sostenuto la richiesta di una tregua immediata. Il presidente palestinese Abu Mazen, da parte sua, ha definito la mossa americana «aggressiva e immorale, una flagrante violazione di tutti i principi e valori umanitari». «Gli Stati Uniti sono responsabili dello spargimento di sangue di bambini, donne e anziani palestinesi nella Striscia», ha aggiunto, precisando che il veto all'Onu li ha resi «complici» dei crimini di guerra a Gaza. Parole durissime sono arrivate anche dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan, secondo cui «dal 7 ottobre il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è diventato un consiglio per la protezione e la difesa di Israele». Intanto i Paesi arabi stanno preparando una nuova bozza di risoluzione su Gaza: secondo fonti diplomatiche del Palazzo di Vetro il testo, elaborato ancora una volta dagli Emirati Arabi Uniti, chiede il cessate il fuoco e l'ingresso di aiuti umanitari nella Striscia in modo programmato e sotto la supervisione dell'Onu.

Mentre i media statunitensi hanno rivelato che l'amministrazione Biden ha nel frattempo bypassato il periodo di revisione a disposizione del Congresso per inviare migliaia di munizioni a Israele. Il dipartimento di Stato Usa - stando a fonti della Cnn - ha invocato un provvedimento emergenza per la vendita di migliaia di munizioni a Tel Aviv, aggirando il periodo standard di 20 giorni normalmente concesso alle commissioni di Capitol Hill per esaminare tali vendite. La dichiarazione ha fatto seguito ad una richiesta avanzata dallo stesso dipartimento all'inizio della settimana affinché il Congresso approvasse la vendita di 45mila proiettili a Israele per i suoi carri armati Merkava.

E per la medesima fonte, le commissioni Affari esteri della Camera e del Senato, che hanno il controllo sulle vendite militari, sono state sotto pressione affinché dessero disco verde rapidamente alla richiesta.

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