
«Ha unito Viktor Orbán e Papa Francesco. E le assicuro che non era facile». Rocco Buttiglione, ex segretario del Ppi e del Cdu, ex ministro, frequenta l'Ungheria dagli anni '80. E conosce molto bene l'arcivescovo di Budapest Peter Erdö, uno dei «papabili». Anzi, il nome forte dei conservatori. Anche se queste categorie, osserva Buttiglione, non sono utili per identificare il cardinale.
Professore, conosce da tempo il cardinale Erdö.
«Si figuri che ho avuto l'onore di ricevere da lui quella che tecnicamente si chiama laudatio. L'occasione era la consegna del premio Tommaso Moro, di cui sono onorato».
E come si è sentito?
«Mi ha fatto sembrare una sintesi tra Sant'Agostino e San Paolo, un po' troppo in tutta onestà...».
Troppo?
«Pensi che quando consegnai a San Giovanni Paolo II alcuni libri sulla sua opera teologica, il Papa polacco mi disse: Come ha fatto a scrivere così tanto di un uomo che ha pensato così poco?».
Una lezione di umiltà. E il cardinale com'è?
«Un uomo fermo, che ha però grande capacità di ascolto. La capacità di ascolto è quella che ti mette nelle condizioni di poter interagire meglio con l'interlocutore»».
Per esempio?
«È riuscito, in qualche modo, a mettere assieme il premier ungherese Viktor Orbàn e Papa Francesco. Un compito non facile, le assicuro».
Qualcuno definisce il cardinale come l'anti-Bergoglio.
«Sono strumentalizzazioni. È sempre stato legato al Pontefice dal vincolo di obbedienza. Le strumentalizzazioni, a volte, sono arrivate e continuano ad arrivare anche dai falsi amici».
Che tipo di visione del mondo ha il cardinale?
«Ha presente l'inno alla gioia, l'inno dell'Europa? Quello che inizia con Gioia, bella scintilla divina, figlia degli Elisei, noi entriamo ebbri e frementi, celeste, nel tuo tempio. Ecco, io credo che nel cuore di Erdö risuonino queste parole».
Cioè?
«Ha sempre creduto nell'Europa dei popoli, con le loro diversità. Ma non in chiave sovranista. La sua parola d'ordine, mi sento di dire, è siamo europei, e non sovranità».
È anche figlio della lotta al comunismo?
«L'Ostpolitik di Casaroli ha prodotto grandi risultati in Polonia, e ha favorito l'elezione al soglio di Pietro di Karol Wojtyla. In Ungheria gli effetti sono stati minori. Ecco, Erdö è colui che ha ricostruito la Chiesa cattolica in Ungheria».
E che pensatore è?
«Un uomo di grande cultura politica, un teologo, un cardinale che pensa in diritto canonico, che è un modo flessibile, intelligente, di pensare all'uomo».
E caratterialmente?
«Non è ricattabile. Si è subito imposto, fin da giovane, come un punto fermo della fede in Ungheria. È un uomo che vive la fede in maniera integrale».
Sarà Papa?
«Non sono in grado di prevedere se l'arcivescovo di Budapest stia o no per diventare Pontefice, non tifo per nessuno. Ha un grande fascino ma ci sono cardinali dotati di altrettante qualità».
Quali?
«Beh penso al
cardinale Parolin, al cardinale Tagle, al cardinale Zuppi e al cardinale Tolentino, al cardinale Turkson e al cardinale Aguiar. Siamo in una fase storica in cui la Chiesa è riuscita a esprimere diverse fortissime personalità».
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