Cronache

Viaggio nelle "dark room" dove il dolore è piacere

Orge e droga, così il «popolo del chemsex» dà sfogo ai suoi desideri più inconfessabili

Viaggio nelle "dark room" dove il dolore è piacere

«Roma è questa, non dobbiamo nasconderlo. Se hai soldi e un po' di coca ne diventi padrone». L'impero della Capitale ricoperta di droga, soprammobile immancabile di alcune feste gay romane. Private o pubbliche, poco cambia. Luca Varani è morto di questo. È morto di Roma. Il party privato organizzato da Manuel Foffo e Marco Prato non era un'eccezione. Non lo è. Lo si capisce immergendosi nelle serate dell'Urbe, con le discoteche che diventano rampa di lancio per trascorrere un intero fine settimana all'insegna della droga e del sesso (guarda il video).

Lo chiamano chemsex, mix di rapporti sessuali e stupefacenti. Una parte dell'universo gay ne è attratto. Fatalmente. L'amore si trasforma in eccesso, la festa in ricerca del limite. Fiumi di cocaina per perdere lucidità e ghb (la droga dello stupro) per aumentare il desiderio sessuale. Bastano tra i 30 e i 50 euro per una dose di coca. Almeno 120 per una boccetta di ghb. Quando tutto è pronto, le finestre sbarrate chiudono il resto del mondo all'esterno.

In tre giorni passati a Roma siamo riusciti ad organizzare due festini privati sulla falsariga di quello dei due killer. Basta un semplice annuncio su Grindr, una applicazione per incontri gay. In poche ore riceviamo proposte di ogni tipo. «Porto coca», propone il primo. «Quanti siamo?», chiede il secondo. «Facciamola durare per giorni», suggerisce il terzo. In molti accettano anche di essere seviziati, fino alle violenze fisiche. Ragazzi «belli, spesso eterosessuali tossicodipendenti, che si vendono per 150 euro» e che il contesto trasforma in vittime.È passata appena una settimana dall'omicidio che ha sconvolto Roma. Eppure nulla, o troppo poco, sembra essere cambiato.

Venerdì sera ci presentiamo alle casse del Muccassassina, storica serata gay della Capitale. L'omicidio Varani ha lasciato un nervo scoperto. Alcuni volti tesi tradiscono la paura di essere assimilati a quell'orribile delitto. Ma non nel privé. Al terzo piano della discoteca lo spaccio corre indisturbato. Per ottenere la cocaina, basta chiedere. Un ragazzo si offre di fare da intermediario, ma a una condizione: «Voglio un tiro anche io». Il pusher si nasconde nell'oscurità delle luci intermittenti. A fari spenti spaccia, alla luce delle lampade colorate cerca clientela. L'intermediario ci porta in bagno per consumare la dose acquistata. Tra il tanfo del water prepara le strisce di coca e ne sniffa una. Poi ci lascia soli e se ne va.Le stesse cose si ripetono, di locale in locale. Di serata in serata. Dal Planet il sabato sera, all'after hour al Frutta e Verdura. Li visitiamo entrambi e tutto si assomiglia: droga, effusioni occasionali e promiscuità. Il giro di droga è lo stesso e nemmeno i pusher cambiano. Negli angoli bui si susseguono decine di scambi. Una mano passa i soldi, l'altra consegna la cocaina. «Non sembrate gay - obietta un trans, osservandoci -. Fate attenzione: non sapete cosa vi aspetta qui dentro».

È in questo contesto che Luca Varani è stato adescato. «C'è una piccola parte del mondo gay, che non esito a chiamare deviata, che vive per le serate di sballo violento», racconta Giulio, nome di fantasia di un omosessuale che ha acconsentito a parlare. Nessun limite, nemmeno quello del dolore e della vita. Il sesso perde ogni rituale romantico e Grindr si trasforma nella vetrina per la scelta dei partner. Anche a pagamento. Un uomo ultra 50enne offre 70 euro per osservarci durante prestazioni sessuali.Tra i tanti utenti, riusciamo ad ottenere un appuntamento senza impegni con sex21. Il numero finale indica la giovane età. Vuole convincerci ad effettuare con lui pratiche sadomaso. Scivoliamo spediti dalla stazione fino alla trafficata via Tiburtina. Mentre i romani camminano sul selciato storico della Capitale, in un sottoscala sex21 ha creato un nuovo universo. Il suo. Due stanze completamente insonorizzate, scure. Arredate con ogni tipo di strumento per l'erotismo basato sull'imposizione di dolore fisico. Ce li mostra con semplicità disarmante. Nella seconda stanza, un letto coperto da una cerata nera per consumare rapporti violenti. Appesa sul muro campeggia una divisa da «dominatore». «Se volete stasera ci divertiamo propone - Ma vi avverto: più di una volta è successo che uscisse anche del sangue».

In questo mondo annegato nell'ombra e nel silenzio riaffiora l'HIV. Ha una nuova veste: da terrore degli omosessuali a nuova forma di perversione . «Non avete idea di quanti gay organizzino questi festini e poi contraggano il virus», confessa un altro habitué di queste serate. E così la malattia diventa una roulette russa. «Molti invitano ai party solo gay sieropositivi aggiunge -. Il rischio di essere contagiati aumenta l'eccitazione».Una degenerazione. Come quella che ha contribuito ad uccidere Luca Varani. «Chi frequenta certi giri - aggiunge il ragazzo - sapeva cosa poteva accadere. Lo avrebbero dovuto preventivare». Ma non lo hanno fatto. Anzi: «Ora in molti cercano di correre ai ripari. Non so, però, se smetteranno di praticare chemsex. Ecco perché i 1800 euro di cocaina consumati dai killer non devono stupire. A Roma ogni cosa è alla portata di mano.

Se vi chiedono di praticare sevizie non stupitevi: è facile che tutto questo sfoci nella violenza».

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