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Il video-spia postato da Cirinnà. Faraone: "Così mi ha lapidato"

La pasionaria Pd filma il capogruppo Iv mentre applaude Salvini. Poi le scuse: "Ho sbagliato"

Il video-spia postato da Cirinnà. Faraone: "Così mi ha lapidato"

«Salvini in aula sembrava la Cirinnà senza i capelli biondi». Detta così, come frase rivolta alla Monica pasionaria dem del ddl Zan, potrebbe quasi sembrare un'offesa, anche se non è ben chiaro per quale dei due interessati, se per il Matteo leghista che non si ritrova certo nei panni di una bionda riccioluta e scatenata, o per l'esponente dem che alla fine, col suo collega di partito Alessandro Zan, sta dettando la linea dentro il Pd, impedendo qualsiasi mediazione.

Si è sfogato su SkyTg24 Davide Faraone, presidente dei senatori di Iv e tra i primi fautori dell'intesa allargata all'intera maggioranza Draghi e non solo al centrosinistra, per essere diventato oggetto delle attenzioni non desiderate di Monica Cirinnà, che lo ha ripreso in aula col telefonino (violando il regolamento di Palazzo Madama) mentre applaudiva l'intervento del segretario della Lega, come fosse un'onta da lavare col sangue. «Questo è bullismo e lapidazione social» ha detto Faraone, vittima dei follower della legge Zan.

«Salvini ha detto cose che avrebbe potuto dire la senatrice dem - la replica di Faraone -. È che ci sono sempre posizioni ideologiche, anche su affermazioni del tutto condivisibili, solo perché le dice la Lega e non la tua parte politica» l'affondo del senatore di Iv, garbato ma molto polemico sul piano politico. L'intervento in aula di Salvini è stato così appassionato in favore delle persone omosessuali da meritarsi la reprimenda della presidente del Senato, Elisabetta Casellati, per aver dato del cogl.... a chi è pronto ad additare chi «voglia dichiararsi nel 2021 gay o lesbica».

La Cirinnà si è poi scusata a metà con Faraone per averlo ripreso e postato sui social. Il motivo è che ormai lo fanno tutti e questo dimostra quanto sia teso il clima in aula su un provvedimento che si vuole far passare a ogni costo. Ma ha rivendicato che se «ognuno è libero di applaudire, ognuno è libero di dare il significato politico».

Il punto è quando è arrivato l'applauso a Salvini, considerato un avversario con cui ci si può accordare e non un nemico da combattere come se si fosse in guerra e non in Parlamento. Faraone ha rivendicato il proprio diritto all'applauso, abbinato - dice - alla dichiarazione sbagliata. «Si può parlare del fatto se Salvini fosse sincero, ci si può chiedere il perché sostenga Orban» dice Faraone.

Ma se la Cirinnà sostiene che inneggiasse alla frase secondo la quale la legge era incostituzionale, lui invece aveva battuto le mani perché Salvini sembrava la Cirinnà.

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