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Vietato fare domande scomode: la censura M5s

Platea schierata alla Versiliana di Martina di Pietrasanta. Nel blog di Grillo si parla di tutto fuorché del loro scandalo. E Di Maio non risponde a Gomez

Vietato fare domande scomode: la censura M5s

Marina di Pietrasanta (Lu) - Non ci vedono e non ci sentono. La nuova strategia dei grillini non è politica, ma psichiatrica: rimuovere, rimuovere e ancora rimuovere. Siamo a un passo da «La Raggi chi?». Perché è evidente che lo scoglio grosso come un Colosseo contro il quale rischia di naufragare la fregata grillina è proprio la gestione della Capitale. Chi può scappa da Virginia Raggi, chi non può, vedi Grillo e Di Maio, fa finta che il problema non esista e si aggrappa - con sprezzo del ridicolo - al solito armamentario grillino: complotti, poteri occulti che cercano di bloccare la fatidica apertura delle istituzioni come scatolette di tonno e i quotidiani che stalkerizzano i poveri amministratori pentastellati. E fa quasi capolino anche il garantismo, perché di fronte alle notizie di stampa secondo le quali l'assessore Paola Muraro sarebbe indagata, il Movimento per ora non sventola le forche e Di Maio va tranquillo: «Vedremo le carte, per ora non ci sono. E non faremo sconti».

«La Raggi sta lavorando per sistemare la giunta. Ma diciamo la verità: i grandi giornali le hanno dedicato un'attenzione che non è mai stata riservata a nessun altro, decine di inchieste, come se esistesse solo lei», attacca il vicepresidente della Camera alla Festa del Fatto Quotidiano a Marina di Pietrasanta, spalleggiato da una platea schierata, pronta a cercare di zittire le domande più scomode. «La maggior parte di quelli che attaccano la Raggi - prosegue il candidato premier in pectore del Movimento 5 Stelle - lo fanno perché hanno un interesse economico: le Olimpiadi nella Capitale».

Quella di Di Maio non è una posizione peregrina, ma la linea ufficiale del movimento: fare quadrato attorno all'inquilina del Campidoglio e declassare il problema a normale incidente di percorso. Sbianchettare, ignorare e camuffare. Sul blog di Beppe Grillo - Pravda dei pensatellati - si parla di tutto, ma proprio di tutto fuorché del caos romano: dalla Turchia che sembra Sarajevo nel 1916 alla difesa dei Dakota Hunkpapa, sioux americani minacciati dalla costruzione di un oleodotto. Ma sono Grillo e Casaleggio jr, con il loro silenzio, a fare gli indiani. C'è solo uno stringato comunicato della Raggi nel quale si limita - asetticamente - a comunicare la destituzione del capo di gabinetto Carla Raineri.

E Rousseau? La mitologica piattaforma che tutto regola nel Movimento? «Sfortunatamente» non è ancora adibita a ospitare dibattiti pubblici e al momento si occupa di sottoporre agli iscritti proposte di legge essenziali come quella per il parto in casa. Dell'affaire Roma neppure l'ombra.

Le pareti della casa di vetro grillina - la Mecca della loro trasparenza - si sono inevitabilmente appannate e dall'esterno si vedono solo volti sfocati e irriconoscibili. Dall'uno vale uno si è passati all'uno è nessuno. Perché nessuno si prende la colpa di questo pasticciaccio. E la base inizia a ribollire, nei Meet up della Capitale - i forum pubblici dove i grillini dibattono - c'è già chi inizia a dire che Roma sarà la Caporetto del Movimento e in molti sottolineano le differenze di stile e capacità organizzativa tra la Raggi e la collega torinese Appendino. Perché appare sempre più evidente che dietro le belle facce dei papaveri a Cinque Stelle c'è il vuoto: manca una classe dirigente, mancano uomini che sappiano muoversi nei labirinti della cosa pubblica senza rimanere impantanati. Un deficit che nella gestione di una città come Roma diventa una voragine. Il rischio è troppo alto e sia il direttorio che i manovratori della Casaleggio lo sanno bene: dimostrare di non saper gestire la (complicatissima) situazione romana - agli occhi delle elettori - significherebbe non avere le credenziali per poter governare nel 2018.

Il futuro del Movimento è tutto nelle mani della Raggi: che dopo aver fatto fuori la «casta» del Campidoglio ora rischia di fare fuori anche i grillini.

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