Il Vietnam ora "chiama" l'esercito Usa

La Cina fa paura: 41 anni dopo la fine della guerra offerti agli americani una base e il ritorno da alleati

Il Vietnam ora "chiama" l'esercito Usa

New York - Quarantuno anni fa finiva la guerra in Vietnam, e ora l'esercito americano potrebbe tornare nel Paese asiatico. Questa volta, però, dietro richiesta del governo di Hanoi, preoccupato per le mire espansionistiche della Cina, soprattutto nel Mar Cinese Meridionale. A ventiquattr'ore dall'arrivo del presidente degli Stati Uniti Barack Obama per la prima tappa della missione asiatica, sulla strada del G7 in Giappone, emerge il fatto che Hanoi vuole rapporti militari più stretti con gli Usa. E sul tavolo, durante la visita del Commander in Chief (la terza di un presidente americano dalla fine della guerra), ci saranno anche la revoca parziale dell'embargo sulle armi e i diritti umani.

Lo conferma il vice consigliere per la sicurezza nazionale di Obama, Ben Rhodes, il quale precisa però che gli Usa non hanno ancora deciso se revocare le restrizioni sulle armi, dando la possibilità a Hanoi di comprare missili e altri armamenti dagli Stati Uniti. Ad ogni modo si tratta di una svolta significativa, poiché sebbene il disgelo diplomatico con il Vietnam sia in corso da tempo, nessun presidente americano è arrivato al punto di ipotizzare la fornitura di armi ad un Paese con il quale si è combattuta la guerra divenuta il simbolo degli anni Sessanta. Resta tuttavia l'ostacolo dei diritti umani: da anni la Casa Bianca chiede al governo vietnamita di consentire una maggiore libertà di parola e di rilasciare i prigionieri politici, ma il tema resta una spina nel fianco nei rapporti tra i due Paesi. Per questo motivo, proprio com'è avvenuto nel corso della storica visita a Cuba, Obama ha in agenda un incontro con alcuni dissidenti e parlerà di diritti umani «sia in pubblico che in privato». Secondo quanto dichiarato dal consigliere del presidente per l'Asia, Daniel Kritenbrink, questo tema sara' un fattore chiave sulla eventuale decisione di revocare l'embargo. Il governo comunista ha chiesto più volte lo stop al bando, mettendo sul tavolo la possibilità che gli americani utilizzino la base di Cam Ranh Bay, da cui quarant'anni fa partivano i bombardieri e i B-52 che scaricavano l'Agent Orange. Tornare a Cam Ranh Bay, dove i vietnamiti hanno costruito un nuovo porto internazionale, sarebbe importante per gli Usa perché gli consentirebbe di avere un altro appoggio oltre a quello delle Filippine, e anche per organizzare meglio una eventuale risposta all'avanzata cinese nella regione.

«Un accesso regolare alla base sarebbe molto vantaggioso per mantenere un equilibrio di potere con la Cina - spiega Alexander L. Vuving, esperto dell'Asia Pacific Center for Security Studies di Honolulu -. Se succede qualcosa nel Mar Cinese Meridionale agli Stati Uniti ora serve tempo per arrivare, mentre Pechino è più vicina».

Per Vuving, «alleggerire l'embargo sulle armi mostrerebbe le buone intenzioni di Washington e aprirebbe la strada ad una più stretta cooperazione militare con Hanoi, a cui probabilmente seguirebbe l'accesso alla base per gli americani».

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