La vigilessa uccisa: "Gualandi aveva già in mente l'omicidio"

L'ex comandante sarebbe stato esasperato dalla Stefani: "Ha sparato volutamente". I messaggi e le chiamate prima dell'incontro

La vigilessa uccisa: "Gualandi aveva già in mente l'omicidio"
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Aveva già in mente l'omicidio Giampiero Gualandi, il comandante dei vigili urbani di Anzola dell'Emilia in carcere con l'accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi per aver ucciso lo scorso 16 maggio l'ex vigilessa Sofia Stefani, con cui aveva una storia d'amore. In base alle motivazione per cui il Gip di Bologna Domenico Truppa ha disposto la custodia in carcere dell'accusato accogliendo la richiesta del pm Stefano Dambruoso, non si sarebbe trattato di un colpo accidentale come sostenuto dalla difesa di Gualandi, 63 anni, ma di un gesto intenzionale, provocato dall'esasperazione dell'uomo per il rifiuto della Stefani, di 33 anni, di accettare la fine della love story. Così Gualandi avrebbe sparato, al termine di una colluttazione, e si sarebbe poi adoperato per «simulare una tragica fatalità».

Tra Gualandi e Stefani, sposato il primo e fidanzata la seconda, nei giorni che hanno preceduto la tragedia avvenuta nei locali del comando dei vigili della località emiliana ci sarebbe stato un fitto scambio di messaggi nei quali emergeva con chiarezza il fatto che «egli era, in realtà, una persona logorata dalla presenza nella sua vita» della giovane. Malgrado i messaggi della donna siano stati invece cancellati dalla chat, appare evidente che l'esasperazione fosse provocata dalla «attività di molestia e pressione» esercitata dalla 33enne e che Gualandi fosse in ansia per l'attesa visita della Stefani. Quando il 16 maggio quest'ultima si è recata nei locali del comando, si era fatta precedere da ben quindici chiamate partite dal suo telefono. L'incontro nell'ufficio di Gualandi è quindi avvenuto in un clima di tensione fortissima che si è presto trasformata in una discussione «all'interno della quale è ragionevole ritenere che l'uomo abbia impugnato la pistola e premuto il grilletto, per chiudere definitivamente i conti con una persona che lo ossessionava da alcuni mesi in maniera incessante».

Secondo il Gip Gualandi ha mostrato con lo sparo «una spiccata pericolosità sociale» e ci sarebbe un concreto rischio di «reiterazione del reato» di omicidio. «L'utilizzo dell'arma a fronte di un soggetto che risultava disarmato esprime una particolare mancanza di controllo e di consapevolezza dell'assoluta incongruità della propria condotta», oltre alla sua «non conune freddezza e disarmante facilità di ricorso all'uso di arma con effetto letale».

La prossima settimana sarà depositato il ricorso al Riesame nel quale la difesa di Giampiero Gualandi chiederà l'annullamento della misura cautelare disposta dal gip o in alternativa i domiciliari. Intanto è stato stabilito un termine di 90 giorni per i risultati dell'autopsia e della perizia balistica.

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