Daniel Mosseri
Berlino Alla fine ha vinto Akk. La 55enne delfina di Angela Merkel, Annegret Kramp-Karrenbauer, è stata eletta dal congresso dei cristiano-democratici tedeschi (Cdu) alla testa del partito. E mentre l'ex segretaria generale piangeva commossa nel ringraziare i delegati che l'avevano votata, la cancelliera uscente si spellava le mani. L'elezione di Akk dà respiro a Merkel intenzionata a restare al potere fino alla fine della legislatura (autunno 2021) o giù di lì. Certo, fra il boom elettorale prima dei populisti (AfD), poi dei Verdi, il tracollo dei socialdemocratici, e i lunghi attriti con i cristiano-sociali bavaresi, negli ultimi due anni la politica tedesca si è fatta molto movimentata. Nuovi rischi per il quarto governo della cancelliera venuta dall'Est non si possono dunque escludere, ma almeno non arriveranno dalla Cdu, ormai in mano a un'alleata. La presa di Akk sul partito è però ancora tutta da consolidare. La candidata mini-Merkel ha conquistato solo 517 dei 999 voti espressi dal congresso, contro i 482 ottenuti da Friedrich Merz, già potente capogruppo parlamentare fra il 2000 e il 2002 ma di fatto uno sfidante esterno al partito dopo essere stato estromesso dalla dirigenza proprio dall'allora astro nascente del partito, Angela Merkel.
Il 63enne Merz era partito bene, e nonostante i sondaggi indicassero che i tedeschi gli preferissero Akk, il facoltoso avvocato di BlackRock abituato a viaggiare col jet privato aveva la maggioranza dei delegati in tasca. Venerdì però il suo discorso è stato un po' troppo piatto, senza alcun riferimento a questioni molto discusse in Germania come la digitalizzazione delle imprese, l'intelligenza artificiale ovvero il futuro dell'industria e la modernizzazione delle scuole. Akk, invece, ha vinto toccando il cuore della platea. «Ho letto molto di quello che sono e di come sono. Sono mini, una copia, un semplice andare avanti senza cambiamento. Cari delegati, io sono qui come sono e come la vita mi ha plasmato. E sono orgogliosa di essere qui come madre di tre figli, che sa quanto sia difficile conciliare famiglia e carriera. Ma sono qui anche in qualità di ex ministro dell'Interno, dell'Istruzione, degli Affari sociali, e premier regionale». Akk ha ricordato di aver servito la Germania e i tedeschi per 18 anni. «E in questi 18 anni ho imparato cosa voglia dire dirigere».
Dietro ai due candidati favoriti è rimasto il giovane ministro della Salute Jens Spahn che, molto applaudito dal congresso, ha toccato sì i temi cari ai tedeschi ma ha soprattutto messo il dito nella piaga della Cdu: «Abbiamo più iscritti over 75 che under 45 e se vogliamo a continuare a guidare il Paese nei prossimi dieci anni dobbiamo risolvere questo problema». Akk prende dunque le redini di un partito più forte degli altri (ma sempre in calo di consensi), fortemente invecchiato e diviso fra chi con Merz vorrebbe una svolta moderata e chi ha scelto con lei la linea della continuità.
Akk ha un anno e mezzo di tempo per preparare una successione soft alla cancelliera uscente. La prossima verifica per lei è già a maggio 2019, quando i tedeschi, oltre che per le europee, voteranno nella città-Stato di Brema e per le amministrative in nove dei sedici Länder.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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