Ieri giustizialista con Eva, oggi garantista con Ilaria

Kaili decade da vicepresidente del Parlamento con un voto schiacciante e solo un contrario. Salis invece rimane dove era

Ieri giustizialista con Eva, oggi garantista con Ilaria
00:00 00:00

Ha festeggiato. Nel segno del garantismo. Ilaria Salis (foto a destra) ha schivato il processo e nuovi, possibili guai nella torva Ungheria. Un trattamento soft, l'esatto contrario di quel che è accaduto a Eva Kaili (foto a sinistra).

Ricordate lo scandalo che fece arrossire la sinistra europea fra Strasburgo e Bruxelles? Basta dare un'occhiata al bellissimo libro Il peccato di Eva, scritto a quattro mani da Ludovica Bulian e Giuseppe Guastella, Fuori Scena, per capire che qualcosa, eufemismo, non ha funzionato e la presunzione di innocenza in quell'occasione è stata gettata alle ortiche in un modo che oggi appare prono al sistema giudiziario e sgangherato.

Sgangherato come l'inchiesta che esplode il 9 dicembre 2022 con alcuni arresti eccellenti: fra questi Pier Antonio Panzeri, l'ex eurodeputato del Pd riciclatosi come lobbista nei corridoi dell'assemblea Ue.

C'erano trame oblique e mazzette per favorire gli affari e la reputazione di Marocco e Qatar?

Probabile, ma la gestione scriteriata di tutta quella vicenda oggi lascia basiti, ancora di più dopo aver visto la difesa in aula e alla fine il no alle revoca dell'immunità per la deputata italiana. Con Kaili il copione è diverso. Il peccato originale in realtà è quello dell'apparato che entra a gamba tesa nella vita di dell'allora vicepresidente del Parlamento europeo. È il 9 dicembre 2022. Qualche ora prima è stato ammanettato il marito di Eva, Francesco Giorgi. Sui media di tutta Europa filtrano notizie clamorose: sono stati trovati trolley stracarichi di banconote luccicanti, peggio che in un fumetto di Paperone. Settecentocinquantamila euro saltano fuori a casa della coppia Giorgi-Kaili.

Kaili si trova al cospetto di un uomo che non conosce. "Sono il giudice istruttore Michel Claise, ho deciso che lei non ha più l'immunità parlamentare". Bulian e Guastella ricostruiscono gli incredibili passaggi di una vicenda penosa e interminabile.

Kaili viene temerariamente arrestata in flagranza, perdendo così l'immunutà, anche se si proclama innocente e prova a spiegare che lei con quei soldi non c'entra. Potrebbe avere ragione o torto, poco importa.

Finisce in cella e a questo punto alle procedure sommarie si sommano le privazioni e le umiliazioni di un trattamento davvero miserevole. Non la esibiscono in aula come Salis, legata al guinzaglio, ma le negano una coperta, tengono sempre la luce accesa, giorno e notte, e poi, barbarie inammissibile, non le fanno abbracciare la figlioletta di 22 mesi che di colpo si trova senza padre né madre. Tutti e due sono in carcere, la bambina diventa fatalmente un'arma di pressione e di ricatto per far confessare quel che interessa alla magistratura.

L'indagine parte fra squilli di tromba, anche se le anomalie, chiamiamole così, sono innumerevoli: il dossier è stato confezionato dai Servizi segreti - quali non si sa - è passato paro paro alle toghe che progressivamente allargano a ventaglio l'esplorazione, ma non sono ancora arrivate alla conclusione. Oggi, il fascicolo è, come si dice in questi casi, pendente. In compenso si è dimesso lui, Claise, travolto da un conflitto di interesse.

Kaili decade da vicepresidente del Parlamento con un voto schiacciante e solo un contrario. Salis invece rimane dove era. E può brindare. Due pesi e due misure che stridono. Il giustizialismo di ieri e la virata di oggi.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica