Coronavirus

Virus, contagi ancora alti. Palù: "Il Covid è fuggito dal laboratorio cinese"

Il presidente dell'Aifa: "Non sarebbe la prima volta". Figliuolo contro i virologi: troppe liti

Virus, contagi ancora alti. Palù: "Il Covid è fuggito dal laboratorio cinese"

Sei milioni di morti per un virus fuggito da un laboratorio? Per il virologo Giorgio Palù il Covid è «frutto di una manipolazione per soli scopi di ricerca, non con intenzioni malevole. Non sarebbe la prima volta che un virus scappa per sbaglio da un laboratorio ad alta sicurezza». Al Corriere della Sera il presidente dell'Aifa conferma quanto disse al Giornale - quando ancora del virus si sapeva ben poco - l'8 novembre 2020: «Non si può dire che sia artificiale ma non si può escludere che non lo sia, è così umanizzato da non essere più in grado di infettare le cellule di pipistrello».

Come sappiamo, il genoma del virus RaTG13 del pipistrello Rhinolophus affinis è al 97 per cento identico al Sars-CoV-2, ma l'animale non sta a Wuhan né viene venduto al wet market ma vive nel Guandong, dove ebbe origine la Sars e dove secondo la ricerca del genetista Peter Forster dell'Università di Cambridge (ripresa da Manuel Montero nel libro Wuhan edito dal Giornale e disponibile su ebook) già da settembre sarebbe partita la diffusione del virus, che si sarebbe sviluppato a Wuhan e arrivato in Europa dall'Italia.

Si confermerebbe così l'ipotesi rilanciata per primo dal direttore del TgCom Paolo Liguori il 25 gennaio 2020, confermata da una sua «attendibilissima fonte». «Un tecnico del laboratorio di Wuhan dove si svolgono esperimenti militari è entrato in contatto col virus e lo ha fatto propagare», scrisse Liguori, non senza finire nel mirino per la tesi «complottista», poi però confermata dalla genetista del Mit Alina Chan davanti alla commissione Scienza e Tecnologia del Parlamento britannico, che ha puntato il dito su una specifica proteasi umana chiamata furina, guarda caso al centro degli esperimenti dell'Istituto di virologia di Wuhan. «La furina è un enzima presente nelle cellule umane bersaglio del Covid, si comporta come una chiave che apre la serratura sulla proteina spike. E questo permette al virus di svolgere la sua azione patogena», spiega al Giornale la microbiologa Tina Toscano.

Ma la pandemia è tutt'altro che alle spalle, almeno in Italia. I contagi sono ancora alti, 22mila e 130 morti. L'Rt viaggia a 1,3 con quattro regioni nel mirino: Umbria, Calabria, Molise e Valle d'Aosta. Allarme confermato da Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe: «Troppi over 50 senza terza dose». «Siamo in una fase diversa di gestione del Covid-19», ribatte il ministro della Salute Roberto Speranza, che predica prudenza: «Ho difficoltà a dire è la fine». Peccato che sul virus sconfitto ci abbia pure scritto un libro, poi ritirato in fretta e furia dagli scaffali. Ma tant'è.

Ieri è stato un altro volume a scatenare lo scontro tra il commissario al Covid Francesco Paolo Figliuolo e i medici: «Certe liti in tv e la fama improvvisa non hanno aiutato la gente a capire», ha scritto il generale nel libro-intervista con Beppe Severgnini Un Italiano. Parole che hanno scatenato un fuoco di fila serrato contro il militare: «In Italia si criticano medici, virologi, infettivologi che si sono fatti un mazzo così, non gli errori dei politici, dalla struttura commissariale e dal Cts», dice Matteo Bassetti. «Liti con colleghi? Con i commentatori, piuttosto», sottolinea il virologo Fabrizio Pregliasco. «Alcuni hanno esagerato, ma certi commenti meglio evitarli», sibila Maria Rita Gismondo.

Segno che Figliuolo ha centrato il bersaglio.

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