"Il virus è in difficoltà, è ora di attaccare"

L'immunologo: i dati migliorano, con poche e chiare regole torneremo a fare tutto

"Il virus è in difficoltà, è ora di attaccare"

Allarme o non allarme? A spiegare come affrontare la quarta ondata e la variante delta è l'immunologo Carlo Federico Perno, direttore di Microbiologia al Bambin Gesù di Roma.

Alcuni suoi colleghi sostengono sia ora di smettere di contare i casi e i decessi Covid. Che ne pensa?

«Sono d'accordo nel dire basta al terrorismo dei numeri e ai bollettini terrificanti. Ma i contagi e i morti ci sono ancora. I numeri sono quindi uno strumento di conoscenza e ci aiutano a scattare una fotografia della pandemia. Teniamo però presente che più migliorano, più noi dobbiamo insistere nella nostra lotta anti virus».

Stiamo vincendo?

«Diciamo che il virus è in difficoltà. Sta giocando in difesa. Per questo noi non possiamo smettere di attaccare. Anche perchè - e non lo dico per pessimismo - nelle prossime settimane un peggioramento dei numeri ci sarà. Dobbiamo agire senza nessuna pietà contro le varianti».

La percentuale dei decessi è molto bassa.

«Sì, è sotto l'1%. Questo ci dice che il virus è diventato molto contagioso ma meno letale. Però i morti ci sono ancora e non possiamo abbassare la guardia».

Insomma, il percorso è ancora lungo?

«Il virus è eradicabile, come morbillo e vaiolo. Ma non riusciremo a eradicarlo a breve. Inizia la fase della convivenza con il Covid ma perchè funzioni sono dell'idea che vadano ancora utilizzate mascherine e distanziamenti, soprattutto nei luoghi chiusi».

Non pensa invece ci voglia un atto di coraggio, tipo Inghilterra?

«No. Per varie ragioni: ci sono ancora 10 milioni di non vaccinati tra no vax e indecisi. Vanno protette le persone fragili. E infine vanno considerate le mutazioni del virus, che si affinano e circolano tra i non vaccinati, bambini compresi».

Cosa risponde a chi fa notare che i numeri erano migliori la scorsa estate senza vaccini?

«Eravamo appena usciti da un lockdown».

Raggiungeremo l'immunità di gregge?

«Entro ottobre l'80% della popolazione al di sopra dei 12 anni sarà vaccinata. Ma credo poco al concetto di immunità di gregge: la percentuale che la genera non è l'80% ma varia in base a vari elementi tra cui l'infettività del virus e la densità della popolazione. La sfida è quindi raggiungere un numero sempre più alto di vaccinati».

Cosa pensa dei contagi tra i bambini?

«Ovviamente se costruiamo una diga in un torrente, l'acqua cambia direzione e si avvia dove non trova ostacoli. Quindi il virus colpisce chi non è vaccinato, bambini compresi. Tuttavia abbiamo i mezzi per farli tornare a scuola in tutta sicurezza».

Restrizioni o

riaperture?

«Direi riaperture intelligenti. Ad esempio: il green pass va bene ma non vanno bene le ordinanze di quei sindaci che hanno vietato la musica in strada. Volendo, possiamo fare tutto con poche - ma chiarissime - regole».

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