Cronache

Il virus sta mollando la presa: crollano contagi e ricoveri. "Ora si apre una fase nuova"

Il virus sta mollando la presa: crollano contagi e ricoveri "Ora si apre una fase nuova"

«Possiamo aprire una fase diversa di lotta al Covid. Per la prima volta dopo settimane guardiamo con fiducia a numeri che stanno finalmente migliorando«. L'ottimismo del sempre cauto ministro Roberto Speranza è il segnale che il virus sta allentando davvero la morsa nel nostro paese. Lo si era capito dai provvedimenti del governo sull'allentamento delle regole nella scuola, lo confermano i numeri che ieri ha diffuso l'Istituto superiore di Sanità. Nell'ultima settimana i nuovi casi di Covid sono crollati del 25% ma si riducono anche ricoveri e terapie intensive (-7,9%). La tendenza è dunque in discesa, tanto che il coordinatore del Cts Franco Locatelli si sbilancia: «Ci stiamo avviando verso una situazione marcatamente favore». Seguito dal presidente dell'Iss: «Il segnale di decrescita è evidente».

Lo è davvero visto che ieri, il bollettino quotidiano segnala 99.522 nuovi casi e scende sotto la soglia emotiva dei 100 mila di venerdì, per la prima volta dopo cinque settimane. In calo anche i ricoveri (-324) e le terapie intensive (-17). Ancora alti decessi, 433 (con 60 pregressi) ma qui la curva scenderà, come in passato, più lentamente. Con questo quadro epidemiologico, però, Il Covid fa sempre meno paura grazie alla barriera vaccinale della quasi totalità della popolazione. I numeri sfiorano l'immunità di comunità di cui non si può più parlare visto che il virus «buca» il vaccino per l'infezione. «Siamo al 91% di italiani over 12 che hanno avuto la prima dose, l'88% di persone che hanno avuto due dosi di vaccino e oltre 34milioni che hanno avuto il booster o il richiamo», riassume Speranza. Dunque, se è vero che con la variante Omicron le infezioni possono ancora circolare è anche vero che non danneggia chi ha completato il ciclo vaccinale. Ecco perché il ministro della Salute parla di «fase diversa della lotta al Covid». Nelle prossime settimane il governo annuncerà altri aggiustamenti importanti sui tempi di isolamento e quarantene ma si rivedrà anche la capienza per gli stadi ferma ora al 50% e gli organizzatori dei concerti potranno pianificare eventi forse prima che arrivi l'estate. Il sottosegretario Andrea Costa ipotizza l'apertura delle discoteche l'11 febbraio, subito dopo l'abolizione delle mascherine all'aperto. Nel frattempo, siccome siamo ancora in inverno e i luoghi chiusi comunque rimangono un terreno di infezioni, Speranza invita a «mantenere i piedi per terra». Le centinaia di decessi registrati ogni giorno, per esempio, sono ancora una macchia nera. Ma l'infettivologo genovese Matteo Bassetti precisa: «Ci sono molti decessi con Covid e non a causa del Covid. Bisogna differenziare chi ha sintomi e segni del virus, da chi invece è asintomatico e ha qualcos'altro».

Se la voce decessi andrebbe scorporata (così come i ricoveri), i numeri rimangono confortanti. La somma dei nuovi contagi tra lunedì e giovedì fa segnare una diminuzione di circa 170.000 casi. Il crollo riflette un Rt medio che ormai è al di sotto della fase pandemica (0,93). L'incidenza nazionale si assesta a 1362 casi su 100 mila abitanti, rispetto ai 1823 della settimana precedente. Le terapie intensive scendono di due punti (dal 16,7 al 14,8). Più lenta la curva discendente dei ricoveri che si ferma al 29,5% contro il 30,4%. Il quadro nazionale, con 15 regioni classificate a rischio basso, rileva diverse eccezioni come le Marche dove le Ti sono al 26%.

E proprio l'aumento dei ricoveri ad alto rischio faranno scattare in questa regione l'arancione da lunedì.

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