La vittoria dell'Italia sull'Inghilterra nello storico e grandioso stadio di Wembley, alla presenza della famiglia reale inglese attonita e del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il cui viso di solito triste, era felice, vale almeno 0,7 punti di Pil (prodotto interno lordo) nel 2021. Con ripercussione sul 2022 e consolidamento negli anni successivi, se non ne sprechiamo gli effetti positivi. Secondo la Abn, banca olandese specializzata nella soccernomics (ossia «soccer economics», economia calcistica) il +0,7% del Pil è un risultato frequente delle vittorie calcistiche nei campionati mondiali ed europei del passato lontano, di quello meno lontano e di quello recente. Come la vittoria nel Mondiale dell'Argentina nel 1978 e quelle negli Europei di Grecia e Spagna negli anni attorno al 2010. Per il nostro Paese c'è un dato empirico di grande importanza storico-politica, quello dell'Italia campione del mondo nel 1982, che aprì la strada al risorgimento dell'economia e della finanza italiana, martoriate negli anni '70 ( gli anni di piombo del terrorismo), dalla crisi finanziaria e dall'iperinflazione gestite dal «compromesso storico» catto-comunista. Dal 1982 l'Italia «si destò» con il ritorno a una finanza pubblica sostenibile e col taglio della scala mobile del governo Craxi del 1994 che ridusse al 5% l'inflazione a due cifre e generò l'aumento dell'occupazione e del reddito pro capite dei lavoratori E ancor più di quello degli autonomi e delle imprese. Il made in Italy trionfava. L'Italia così entrò nel gruppo dei grandi paesi industrializzati occidentali assieme agli Usa, al Regno Unito, alla Germania e alla Francia. Nel 1995, sulla base delle stime del bilancio di previsione del 1994, ultimo anno del centro-sinistra, al netto dell'illusione monetaria dovuta all'inflazione sulla dimensione del debito pubblico reale, rispetto a quello nominale, il deficit di bilancio era lo 0,5%. La Coppa del mondo del 1982 aveva aperto il nuovo percorso La vittoria europea dell'11 luglio ha mostrato un'Italia agile, affiatata, dinamica, veloce, con gioco elegante, con un portiere gigantesco, che para l'impossibile. Un ragazzo di formazione lombarda ma meridionale di nascita, un esempio di unità nazionale. Questa squadra ritratto dell'Italia attuale, genera nel Paese e all'estero una grande iniezione di fiducia, nel periodo critico, post-Covid. Dà risalto al successo della campagna di vaccinazioni gestita dal generale Figliolo, «il Mancini dei vaccini». Il governo Draghi ha mantenuto la promessa di portare a termine questa ardua operazione nei tempi e nei modi stabiliti. La propensione al consumo degli italiani, perciò, aumenta. In Borsa si riaccende la fiducia nell'Italia e nelle sue forze di mercato, nonostante l'enorme debito. Il turismo estero tende ad aumentare. Soprattutto aumenta il prestigio dei beni e dei servizi made in Italy. L'effetto favorevole così si prolunga al 2022 e si può consolidare.
La Coldiretti calcola un +0,7% nel Pil, 12 miliardi di euro l'effetto positivo di Mancini e dei suoi, specie per il made in Italy. Si può dire che Mancini e la sua squadra, siano degli influencer. Ma la vittoria è stata ottenuta con rigore di condotta. Ciò ha portato a vincere ai rigori. Non è gioco di parole.
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