Quel vizio di utilizzare il partito come un taxi

Quel vizio di utilizzare il partito come un taxi

C'è modo e modo di abbandonare la casa del padre. Si può farlo in maniera chiara, leale e rispettosa. Si può invece farlo nel momento del bisogno, per esempio nel pieno di una campagna elettorale decisiva. Decisiva per l'Italia. Farlo senza farlo, per giunta, come a ritagliarsi il tempo necessario per riuscire a sottrarre qualche pezzo di arredamento. Rimanere così con il piede in due scarpe: fingere d'essere ancora in Forza Italia e fare nel frattempo campagna elettorale per i candidati di Fratelli d'Italia alle europee così come alle amministrative. Da Genova a Bari, da Macerata a Viterbo, Giovanni Toti ha girato l'Italia senza mai inastare la bandiera tricolore del suo partito, alludendo piuttosto a quell'uso improprio teorizzato per anni da Bossi e da Salvini. Ha disertato le manifestazioni politiche del proprio partito, ha presenziato alle manifestazioni di un partito diverso dal proprio. Un partito che teorizza la marginalizzazione del partito di cui formalmente faceva e fa ancora parte. I partiti come taxi, la politica come strumento utile per la carriera, la carriera illuminata non dalla libera scelta ma dal travestimento. Non è stato il solo, naturalmente. Ad Ascoli, tanto per citare una città dove si è votato, il sindaco uscente e un paio di assessori forzisti, pur detestandosi e pur fingendo coerenza di partito, hanno fatto la medesima scelta. La scelta di non scegliere alla luce del sole, ma di manovrare nell'ambiguità e nell'ombra. Per fare cosa, poi? Una piccola Lega alleata ad una grande Lega. Una coalizione di destra-destra, eventuale, futuribile preludio di un governo tanto squilibrato quanto isolato, che priverebbe di rappresentanza milioni di elettori. Elettori di centrodestra. Elettori esigenti, che percepiscono la sostanza, non cedono alla propaganda e rispettano la Politica. Elettori che non hanno abbandonato la coerenza con principi e valori che hanno una storia: la storia, certo perfettibile, del centrodestra italiano.

Elettori che, amando la Patria e «sentendo» lo Stato, da chi governa e da chi li rappresenta esigono anche un certo stile. Quello stile che gli spagnoli attribuiscono all'hombre vertical e che sembra mancare a diversi di noi, ex o attuali che siano.

*responsabile Cultura Forza Italia

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