All'inizio furono un milione, ovvero i pezzi ordinati negli Usa quando Apple aprì gli ordini. Era il 13 aprile, undici giorni prima il via alle vendite in Australia, Canada, Cina, Francia, Germania, Giappone, Hong Kong, Regno Unito e appunto Stati Uniti.
Noi arriviamo ora, scesi in seconda fascia dopo che Cupertino si è aperta la porta - o meglio, il portone - verso il mercato miliardario (in numeri e fatturato) della Cina, dove già da marzo sono in vendita i «cloni» a 40 euro. Ma non è la stessa cosa: montano a tradimento il sistema operativo Android e non il sofisticato iOs che dialoga con la versione 8.2 degli iPhone 5 e 6. Tre sono le versionidisponibili: l'Apple Watch con prezzi da 649 a 1199 euro per la versione col quadrante da 38 millimetri e da 699 a 1249 euro per la versione da 42 millimetri; l'Apple Watch Sport, più easy e col cinturino adatto per il fitness, da 399 a 449 euro; e l'Apple Watch Edition, in oro 18 carati lavorato in modo da essere più resistente, che costa dai 10 ai 18mila euro ed è in vendita anche in alcune gioiellerie esclusive.
Perché la nuova frontiera di Apple è la personalizzazione. Quella del cinturino - 25 modelli diversi in fluoroelastomero (tipo silicone), pelle e acciaio - e quello del software. Le app insomma avranno un sistema operativo dedicato: il Watch iOs. E gli sviluppatori già impazziscono.
L'Apple Watch comunque deve avere un iPhone accanto per poter lavorare appieno ed ha una batteria che garantisce la durata di un giorno: la sera insomma lo si deve mettere in carica con l'apposito accessorio magnetico. Il ciclo di vita previsto è di 3 anni, ma nel frattempo comunque sarà già uscito l'Apple Watch 2, nel 2016. E dunque...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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