Coronavirus

Washington attacca ancora. "Xi ha nascosto il pericolo"

Un dossier Usa: "Tagliato l'export di mascherine e minimizzata di proposito la gravità del Covid"

Washington attacca ancora. "Xi ha nascosto il pericolo"

Tutti contro il Dragone. Un rapporto interno circolato tra i leader cinesi avverte che Pechino sta affrontando un'ondata crescente di ostilità in seguito al coronavirus, con la popolarità crollata ai livelli di Piazza Tiananmen nel 1989. E un'altra stangata arriva dagli Stati Uniti. Un dossier del Dipartimento di sicurezza interna, di cui i media Usa hanno diffuso alcune anticipazioni, afferma che la Cina ha «deliberatamente» tenuto nascosta la gravità del Covid-19 al resto del mondo agli inizi di gennaio. E mentre minimizzava l'impatto del virus, accumulava scorte di forniture e apparecchiature mediche. Per la precisione, si legge nel rapporto datato 1 maggio, ha aumentato le importazioni di mascherine del 278%, di camici chirurgici del 72% e di guanti del 32%. Allo stesso tempo, «prima di notificare all'Oms che il virus era contagioso», ha ridotto le esportazioni globali: il taglio riguarda il 48% dei guanti, il 71% dei camici chirurgici, il 48% delle mascherine, il 45% dei respiratori, e persino il 53% dei termometri.

Il dossier - che sarà diffuso a breve, come ha spiegato il presidente Donald Trump - fa sapere anche come il governo del paese asiatico abbia «negato di aver imposto un bando sull'esportazione di mascherine e altre forniture mediche, e ritardato la fornitura dei dati sul commercio». «Penso che i cinesi abbiano fatto un errore: hanno cercato di nasconderlo, ma non ci sono riusciti», ha detto ancora il tycoon durante una town hall su Fox News, precisando che il Dragone ha consentito che il coronavirus si diffondesse «nel nostro paese e in altri paesi»: «Xi Jinping è un brava persona ma non sarebbe mai dovuto accadere». «Ho chiuso il paese alla Cina e mi hanno descritto come un razzista, uno xenofobo», ha proseguito il Comandante in Capo, raccontando che l'intelligence gli ha detto «il 23 gennaio» che il virus «sarebbe potuto arrivare, ma senza usare toni minacciosi».

Trump, intanto, ha rivisto le stime sui morti a causa della pandemia, prevedendo tra i 75-80.000 e i 100.000 morti negli Stati Uniti, dove le vittime sono già oltre 67 mila. Il presidente, tuttavia, è ottimista riguardo il vaccino: «Siamo molto fiduciosi sul fatto che possiamo averlo entro la fine dell'anno». «Non mi interessa chi vince» la corsa, ha poi precisato, poiché quello che gli importa è avere una cura a breve. The Donald ha anche ribadito come molti negli Usa «vogliono tornare» alla normalità: «Possiamo aprire l'economia e farlo in sicurezza, ma dobbiamo riaprire velocemente». Le restrizioni sui viaggi internazionali, invece, potrebbero proseguire per tutto il 2020. «È troppo difficile dire» se gli Stati Uniti allenteranno le restrizioni su Europa e Asia quest'anno, ha detto il segretario al Tesoro Steven Mnuchin. Trump «sta valutando come stimolare» il settore dei viaggi, ha precisato, ma lo sforzo potrebbe inizialmente riguardare solo quelli negli Usa. Secondo le nuove proiezioni dell'amministrazione Usa rivelate dal New York Times, invece, entro giugno negli Stati Uniti, in concomitanza con la riapertura delle attività, è previsto un raddoppio del numero quotidiano delle vittime causate dal coronavirus, circa tremila al giorno. Mentre attualmente i decessi quotidiani sono circa 1.750 ogni ventiquattr'ore.

E inoltre, si parla di almeno 200mila nuovi casi di contagio entro la fine di questo mese.

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