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Whirlpool chiude il 1 novembre. Ma il fallimento è di Di Maio

Nell'ottobre 2018 Di Maio, allora ministro del Mise, annunciò entusiasta che "Whirlpool non licenzierà nessuno". Alla fine è successo il contrario: lo stabilimento di Napoli chiude il 1 novembre. A casa 430 lavoratori

Whirlpool chiude il 1 novembre. Ma il fallimento è di Di Maio

Alla fine è successo. Whirlpool ha lasciato l'ultimo tavolo di trattativa con il governo, ufficializzando la chiusura dello stabilimento di Napoli dal 1 novembre. Una decisione che l'azienda ha preso con "rammarico", addebitandola alla "mancata disponibilità" dell'esecutivo a discutere della cessione alla Prs-Passive Refrigeration. Subito dopo avere saputo del fallimentare incontro di Roma tra il governo e la multinazionale statunitense, gli operai hanno lasciato la sede della fabbrica in via Argine bloccando per un'ora l'autostrada Napoli-Salerno. Si tratta di un gesto disperato che mette in comune i destini di 430 lavoratori con le relative famiglie.

Ora il tempo stringe. E se il governo pare inerme di fronte agli eventi, "la Regione Campania è pronta a mettere a disposizione fino a 20 milioni di euro per invitare l'azienda a restare a Napoli". A dirlo, in un'intervista a Radio Crc, è il governatore campano Vincenzo De Luca, che ha accusato i giallorossi "di governare l'Italia attraverso i tweet e la mera propaganda". Critica - e non poteva essere altrimenti - anche l'opposizione. Per Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia, "serve una terapia d'urto, come la nostra proposta di No-Tax area per il Sud e un piano di investimenti straordinario, da finanziare con le risorse oggi sprecate con il finto reddito di cittadinanza". All'attacco anche il deputato leghista Claudio Durigon: "Una situazione drammatica figlia anche della non curanza e della scarsa attenzione mostrata da Di Maio quando era a capo del Mise", visto che "Di Maio, convocato per ben 3 volte dalla commissione attività produttive proprio per le crisi aziendali, non si è mai presentato". Ancora più duro il commento della presidente dei senatori di Fi, Anna Maria Bernini: "Un anno fa, alla fine di ottobre, il ministro dello Sviluppo economico Di Maio annunciò: 'Whirlpool non licenzierà nessuno, anzi, riporterà parte della sua produzione che aveva spostato in Polonia'. Di Maio in un tweet aggiunse: 'Sono orgoglioso di avercela fatta: stiamo riportando il lavoro in Italia'".

Tutti contro Di Maio, insomma. Giustamente. Da mesi gli operai dello stabilimento Whirlpool di Napoli sono in lotta per difendere il posto di lavoro, tra presidii e scioperi. L'anno scorso, di questi tempi, come ha ricordato Bernini, il ministro degli Esteri annunciava fiero la fine della vertenza con l'azienda Usa, che a dire del capo politico grillino avrebbe addirittura fatto marcia indietro rispetto alla delocalizzazione in Polonia di una parte della produzione. Un buco nell'acqua, ancora più profondo se si pensa alla rabbia e alla disperazione dei lavoratori dell'azienda. Che ora minacciano di occupare lo stabilimento. Un estremo tentativo per attirare l'attenzione del governo e soprattutto di Di Maio.

Principale responsabile di questo ultimo, triste capitolo dell'economia italiana.

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