Via XX Settembre esulta: pagati 42 miliardi di debiti Ma il saldo non tiene conto di quelli maturati nel 2014

RomaDebiti della pubblica amministrazione? Aspetta e spera. Ieri è arrivato l'ultimo aggiornamento del ministero dell'Economia. Il saldo al 31 gennaio computa erogazioni dello Stato agli enti debitori per 42,8 miliardi (40,1 miliardi al 31 ottobre) e pagamenti per 36,5 miliardi (32,5 miliardi).

A sentire via XX Settembre il problema sarebbe praticamente risolto, anche se ci sarebbe da questionare sul fatto che il premier Renzi aveva promesso una soluzione per luglio dell'anno scorso, rinviandola poi a settembre. Infatti, le elaborazioni dei tecnici del ministro Padoan si basano sui dati del Bollettino della Banca d'Italia di aprile 2014 che indicava lo stock certificato in 45 miliardi a fine 2012 e a circa 40 miliardi al termine dell'anno successivo. Ma fu la stessa Via Nazionale in occasione dell'ultima Assemblea dei partecipanti al capitale a specificare che i debiti esigibili fossero stimabili in circa 75 miliardi, cifra che si riduce a una sessantina di miliardi al netto delle spese in conto capitale che seguono un iter diverso. Queste valutazioni, infine, non tengono conto delle fatture che hanno continuato a non essere pagate anche nel corso del 2014 e che dovrebbero aver portato il totale intorno ai 100 miliardi.

Ma d'altronde, nell'era renziana bisogna aspettarsi questo e altro. Cosa avrà da festeggiare, infatti, il responsabile economico del Pd, Filippo Taddei, definendo un «cambiamento gigantesco» il dato sul Pil nel quarto trimestre 2014, rimasto invariato rispetto al periodo luglio-settembre? È vero, non c'è stata una recessione, ma celebrare lo zero come un miracolo (il fenomeno si è verificato anche nel primo trimestre 2014 e nel terzo del 2013) come hanno fatto alcuni parlamentari renziani appare esagerato.

Per due motivi. In primo luogo, come ha rilevato l'Istat, nell'intero 2014 il Pil italiano è calato dello 0,4%, segnando il terzo anno consecutivo di flessione. Secondariamente, l'effetto di trascinamento sul 2015 è negativo. Il Pil acquisito (cioè quello che si avrebbe se i quattro trimestri di quest'anno fossero a crescita zero) è del -0,1 per cento. Al contrario, la Germania ha chiuso il 2014 con una variazione congiunturale positiva dello 0,7% che ha portato il dato dei dodici mesi a +1,6 per cento. Quest'anno la crescita di Berlino potrebbe avvicinarsi al 2 per cento. Si conferma come il cancelliere Merkel sia stato abile ad avvantaggiarsi dell'area monetaria unica e della crisi.

Intanto il debito pubblico, certifica Bankitalia, è salito nel 2014 a 2.

135 miliardi di euro, mentre il ministero dell'Economia ha rivisto al ribasso da 5,1 a 4,3 miliardi l'avanzo di dicembre. Il tax day è servito a poco. Ecco perché sull'incostituzionale Robin Tax il viceministro Morando ha messo le mani avanti. Abolirla? «Verrebbe meno un gettito cospicuo».

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