Zampetti al Quirinale senza compenso Ma ha una pensione da mezzo milione

Zampetti al Quirinale senza compenso Ma ha una pensione da mezzo milione

RomaLo descrivono come un uomo schivo e capace, con pochi rapporti personali ma tutti «giusti», soprattutto nell'area dell'ex sinistra Dc. Romano, classe 1949, Ugo Zampetti viene scelto dal capo dello Stato Sergio Mattarella come segretario generale del Quirinale dopo 40 anni alla Camera, di cui 15 al vertice con ben 5 presidenti, da Luciano Violante a Pier Ferdinando Casini, da Fausto Bertinotti a Gianfranco Fini fino a Laura Boldrini.

La scalata al potere del grand commis dello Stato sembrava finita il 31 dicembre, quando è andato in pensione da Montecitorio con un assegno di circa mezzo milione di euro lordo l'anno. Con la Boldrini, Zampetti ha deciso i tagli di stipendi dei dipendenti, ma ne è uscito indenne, perché sono scattati dal primo gennaio. Al Quirinale precisano che per il nuovo incarico non avrà alcun compenso, ma diciamo che può permetterselo.

Già mesi prima del pensionamento i ben informati parlavano delle sue aspirazioni e manovre per il posto di Donato Marra al Quirinale. Dopo le dimissioni di Giorgio Napolitano Zampetti si è trovato con un tris d'assi in mano. Raccontano di un brindisi per il suo saluto alla Camera nello studio della Boldrini, con Pier Ferdinando Casini, Dario Franceschini e Mattarella, prima della cerimonia nella sala della Regina con gli ex presidenti che ne tessevano le lodi. Sembra che prima Zampetti contasse sul leader centrista, a lui molto vicino, mentre appariva con meno chance Franceschini, suo diretto referente nel Pd, ma con l'elezione di Mattarella gli è andata altrettanto bene. I padri si conoscevano, i figli erano amici e le frequentazioni in comune nella cerchia degli ex sinistra Dc hanno consolidato il rapporto. Zampetti, per dire, si è laureato alla «Sapienza» in Diritto costituzionale con Leopoldo Elia, maestro poi diventato amico e l'ex presidente della Consulta era intimo di Mattarella. Così, è stato lui ad avere la meglio sul consigliere di Stato palermitano Sandro Pajno, che sembrava in pole posi tion per il legame trentennale con il neo Capo dello Stato.

Ben diverso sarebbe stato il discorso se avesse vinto la corsa Giuliano Amato, candidato di Silvio Berlusconi, con il consenso di Massimo D'Alema e Pier Luigi Bersani. No, con il centrodestra Zampetti non ha avuto un buon rapporto. Molti lo definiscono antiberlusconiano senza se e senza ma. E pure con il M5S non c'è mai stato feeling . Le sue simpatie sono molto chiare e con lui al Quirinale anche il peso di Franceschini aumenta.

L'ultima operazione riuscitagli alla Camera, poi, ha consolidato il suo sistema di potere: è riuscito a piazzare come segretario generale la sua ex collaboratrice Lucia Pagano, preferita clamorosamente al candidato Giacomo Lasorella e ai vicesegretari Guido Letta e Aurelio Speziale. Se gli ultimi due emigreranno verso il Consiglio di Stato, come sembra, Zampetti potrà completare il quadro, facendo nominare altri due amici come vice: Fabrizio Castaldi e Aldo Stevanin.

Gli anni di Zampetti, classe 1949, alla Camera. Nella corsa per il Colle ha scalzato Sandro Pajno

I presidenti di Montecitorio che Zampetti ha affiancato nei suoi 15 anni da segretario generale

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