Un passo indietro di Letta. Un passo in avanti per il ddl Zan. Almeno questa è la speranza dello stesso segretario dem. Dopo mesi di stallo, domani dovrebbe approdare nell'aula di Palazzo Madama il testo della legge che vuole combattere in maniera più efficace la violenza di genere e l'omotransfobia. Già oggi dovrebbe riunirsi la capigruppo dei partiti che formano l'ampia maggioranza di governo per discutere il percorso della norma. «Letta ha aspettato di vincere le amministrative per riprenderlo» ironizza l'azzurro Elio Vito.
Il via libera per ridiscutere il testo è stato dato dallo stesso Letta domenica sera durante la trasmissione Che tempo che fa quando ha anche annunciato di aver dato mandato allo stesso Alessandro Zan di sondare gli altri partiti per verificare i punti di caduta del ddl. All'interno del partito la notizia non è stata accolta con entusiasmo. Sono, infatti, pochi i dem che hanno espresso apprezzamento e manifestato ottimismo circa la riuscita della mediazione. Tra questi il senatore Andrea Marcucci. Fonti del partito garantiscono, poi, che l'irrituale consegna al deputato Zan di trattare su un testo in discussione al Senato ha lasciato l'amaro in bocca a molti senatori dem. A partire dalla capogruppo Simona Malpezzi.
Gongola, invece, Renzi e gli altri esponenti di Italia viva che da tempo chiedevano una mediazione sul testo. «Mesi usati per la campagna elettorale in cui il Pd ci diceva che il ddl Zan era immodificabile - commenta Ettore Rosato -. Ora si arriva a fare ciò che avevamo detto noi: cercare un'intesa col Parlamento per portare a casa la legge sui diritti. Le leggi si fanno con i numeri, il resto è inutile perdita di tempo e demagogia».
Lo stesso Zan riconosce che il testo licenziato a Montecitorio è frutto di una lunga mediazione e prende l'esempio dell'articolo 7, a proposito dell'istituzione nelle scuole della giornata contro la trans-omofobia, è frutto di una mediazione. La paura maggiore, però, è che i partiti di destra (Lega e Fratelli d'Italia) riescano a imporre in aula la cosiddetta «tagliola» ovvero la votazione della legge nel suo intero senza valutare i singoli articoli del testo (unico modo per permettere nuovi emendamenti). È vero che si deve far presto, è il ragionamento dello stesso Zan, visto che tra poco le aule parlamentari saranno del tutto assorbite dall'analisi della legge di Bilancio, però senza discussione sui singoli punti controversi si rischia che salti la stessa mediazione che così faticosamente in queste ore il parlamentare del Pd sta portando avanti. Intanto ci sono da superare alcuni paletti. «Serve buonsenso per fare una legge giusta. Senza limitare le libertà e lasciando fuori i bambini.
Il percorso era già stato avviato e apprezzato pure da gruppo autonomie e Italia Viva. Ripartiamo da lì convocando il tavolo dei capigruppo». Mentre per i 5S rimane una bandiera irrinunciabile la difesa dell'identità di genere e avvertono: «nessuna mediazione al ribasso».
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