Guerra in Ucraina

Zelensky a Bruxelles per la prima volta. In pressing su armi e ingresso in Europa

Von der Leyen: "Con voi fino alla vittoria"

Zelensky a Bruxelles per la prima volta. In pressing su armi e ingresso in Europa

È stata una giornata storica, segnata dalla prima visita di Volodymyr Zelensky in Europa, a Bruxelles, dall'inizio della guerra. Una giornata segnata dalla standing ovation del Parlamento europeo al leader di Kiev, da quel «Gloria all'Ucraina» pronunciato dal capo del governo in guerra, seguito dal «gloria agli eroi» degli eurodeputati, che ha commosso il presidente ucraino. È stata una giornata segnata dall'immagine della bandiera europea che sventola fra le mani di Zelensky, sollevata insieme alla presidente dell'Europarlamento Roberta Metsola. Una giornata proseguita con la partecipazione del leader ucraino al Consiglio europeo e ad un paio di bilaterali (gran parte cancellati a causa del forte ritardo sull'agenda), tra cui Zelensky trova il tempo per un colloquio con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Fino ai titoli di coda, con la visita al Re Filippo di Belgio.

Ed è stata anche una giornata in cui, insieme al pieno sostegno all'Ucraina, sono emerse le criticità interne all'Unione europea e le sfide nella relazione con il governo di Kiev, dalle scintille italo-francesi per la cena a tre Zelensky-Macron-Scholz all'Eliseo la sera precedente, alla freddezza del premier ungherese Viktor Orbán, unico leader a non applaudire Zelensky all'arrivo, fino alla frecciatina del capo del governo di Kiev alla Germania di Olaf Scholz, recapitata tramite Der Spiegel: «Il nostro rapporto è ondivago. Devo fare pressione perché aiuti l'Ucraina e devo continuamente convincerlo che questo aiuto non è per noi ma per gli europei».

Eccole le criticità, emerse in una giornata in cui l'Europa si è inchinata all'«eroe» Zelensky e Zelensky si è inchinato all'Europa, con due richieste sostanziali in mano: avere altre armi - tank, missili a lungo raggio e caccia - e ottenere che i colloqui di adesione all'Ue si aprano entro quest'anno. «Ne abbiamo bisogno, per motivare il nostro esercito, per dirgli per cosa stiamo combattendo», ha spiegato il presidente ucraino in conferenza stampa. «L'Europa significa libertà, questo è il nostro modo di vivere e questa è la casa dell'Ucraina», ha detto Zelensky al Parlamento europeo in mattinata, dopo essere stato a suo volta accolto dal presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, proprio con un «benvenuto a casa», seguito da un proclama netto per un sostegno solido e duraturo, tanto che la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha dichiarato solidale: «Non potremo mai eguagliare i vostri sacrifici. Ma possiamo difendervi, e l'abbiamo fatto. Con 67 miliardi di euro di sostegno quest'anno. Sosterremo l'Ucraina fino alla vittoria, fino alla pace giusta».

I segnali per Kiev sono molto positivi. Ma l'obiettivo 2023 non è affatto una certezza. «Siamo impressionati dal lavoro compiuto dall'Ucraina nell'attuazione delle riforme per l'adesione all'Ue - ha detto Michel - A fine anno valuteremo i progressi sulla base del rapporto della Commissione». Sulla tempistica, tuttavia, il presidente del Consiglio europeo precisa quasi timoroso: «Sento moltissimo la responsabilità, ma è una decisione che richiede l'unanimità». E la mente va all'Ungheria di Orbán, il leader più vicino a Putin e che non ha applaudito Zelensky all'arrivo, pur essendosi intrattenuto in un bilaterale con il leader ucraino in serata. «L'Ungheria continuerà a fornire assistenza umanitaria e finanziaria all'Ucraina», ha detto il premier ungherese. Più che parlare di vittoria di Kiev, Orbán ha preferito spingere su «un immediato cessate il fuoco, per evitare altre morti».

Zelensky ha incontrato anche il premier polacco Mateusz Morawiecki, grande sostenitore di Kiev.

A proposito dei rischi che altri Paesi corrono, a causa della minaccia russa, il presidente ucraino ha riferito: «Abbiamo intercettato il piano dell'intelligence russa per la distruzione della Moldavia. Non sappiamo se Mosca ha dato l'ordine di eseguirlo, ma è un piano molto simile a quello seguito in Ucraina».

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