Mykolaiv è tornata sotto attacco. Dopo il raid di tre giorni fa che ha preso di mira due università, ieri le truppe russe hanno lanciato dieci missili su diverse zone della città dell'Ucraina meridionale. Un raid massiccio probabilmente sferrato con i potenti S-300, un'arma con una grande capacità distruttiva, che ha colpito una struttura industriale e un centro di costruzione navale nell'estuario del fiume Bug.
Una serie di esplosioni ieri pomeriggio sono state sentite anche nel centro regionale di Zaporizhzhia, dove sorge la centrale nucleare più grande d'Europa. La Russia sostiene di controllare circa il 70 per cento del territorio della regione e vuole procedere alla liberazione di Zaporizhzhia. Nonostante dall'inizio del conflitto i russi abbiano perso oltre il 30 per cento della loro efficacia nei combattimenti sul campo, secondo l'intelligence militare ucraina le forze armate di Mosca starebbero preparando una nuova fase dell'offensiva. Non solo con attacchi missilistici dal cielo e dal mare, ma anche con bombardamenti lungo l'intera linea del fronte e un massiccio uso dell'aviazione tattica e degli elicotteri d'attacco. Sebbene nell'est del Paese l'esercito di Putin sia stato respinto subendo pesanti perdite e la Russia stia rafforzando le sue posizioni difensive nelle aree occupate dell'Ucraina meridionale in attesa della controffensiva di Kiev per riconquistarle.
Zelensky ha ribadito sui social che la Russia «non vuole finire questa guerra» e che l'Ucraina «difende solo la propria terra, la propria sovranità, il proprio territorio. Sta lottando per la pace». Mosca ovviamente è di tutt'altro avviso. Per l'ex presidente russo Dmitry Medvedev, attuale vice capo del Consiglio di sicurezza nazionale, la Russia arriverà ai suoi obiettivi in Ucraina e i tentativi di Kiev «di resistere fino all'ultimo ucraino porterà al collasso dell'attuale regime politico». Per quanto riguarda il rifiuto dei Paesi Nato e dell'Ucraina di riconoscere la Crimea come territorio russo, costituirebbe a suo dire «una minaccia sistemica» per Mosca, che potrebbe portare fino ad uno scontro diretto: se le forze di Kiev dovessero attaccare la Crimea, avverte Medvedev, l'Ucraina subirebbe una risposta russa da «fine del mondo, immediata, che non potrebbe in alcun modo evitare». Una minaccia che non sembra spaventare Kiev: «Una piccola persona dimenticata dalla Storia che cerca di mostrarsi seria e minacciosa, ma che in realtà suscita solo pietà», commenta Mikhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Zelensky.
La polizia di Moscaieri ha sottoposto a fermo Marina Ovsyannikova, la giornalista russa che a metà marzo aveva interrotto il principale programma di informazione di Pervy Kanal, la maggiore rete televisiva del Paese, esponendo uno striscione contro il conflitto in Ucraina, mentre il presidente ucraino ha licenziato due figure chiave nei suoi servizi di sicurezza. Con un decreto ha destituito il capo dei servizi segreti della Sbu, Ivan Bakanov e la procuratrice generale Iryna Venediktova è stata destituita. Oleksij Simonenko prenderà il suo posto. Le ragioni non sono state fornite nei documenti, così come non è stato nominato un successore per la carica di capo dei servizi segreti.
Per quanto riguarda la diplomazia, al vertice che si terrà oggi e domani in Iran il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, avrà un colloquio bilaterale con Putin.
«Nell'ambito della visita - dice Ankara - si terrà la settima riunione del Consiglio di cooperazione ad alto livello tra Turchia e Iran, durante la quale verranno presi provvedimenti per sviluppare ulteriormente le relazioni bilaterali».
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