Zelensky-Macron, colloquio «cinese» Roma, via Razov

Zelensky-Macron, colloquio «cinese» Roma, via Razov

Mentre il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ufficializza che saranno 160 i carri armati, tra Leopard I e II, che arriveranno a Kiev per la controffensiva di primavera, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha avuto una lunga conversazione telefonica con il suo omologo francese Emmanuel Macron, alla vigilia della partenza del presidente francese per la Cina. In vista del colloquio di Macron, e di Ursula von der Leyen, con Xi Jinping, Zelensky ha spiegato d iaver discusso riguardo «l'interazione di difesa tra Ucraina e Francia. Ho informato in dettaglio sulla situazione al fronte. Ci siamo soffermati su ulteriori passi per implementare la Formula di Pace e su azioni coordinate per i prossimi eventi internazionali», ha scritto il leader ucraino su Twitter.

Se in Russia è iniziata la prima fase della nuova mobilitazione di uomini tra i 18 ed i 27 anni, tenuti a svolgere almeno un anno di servizio militare, novità in chiave russa riguardano anche il nostro Paese: entro un mese cambierà l'ambasciatore russo in Italia con l'addio di Sergey Razov, a Roma dal 2013. Il nuovo ambasciatore sarà Alexei Vladimorovic Paramonov, 61 anni, ex console russo a Milano, direttore del dipartimento Europa del ministero degli Esteri e noto in Italia per le sue dichiarazioni di fuoco contro il nostro Paese. Lo scorso anno, subito dopo l'invasione dell'Ucraina, aveva parlato di «conseguenze irreversibili» nei rapporti tra Roma e Mosca se l'Italia avesse adottato altre sanzioni contro la Russia, definendo l'allora ministro della Difesa Lorenzo Guerini un «falco, l'ispiratore della campagna antirussa in Italia».

Dal 2007 si è sempre occupato di Europa: prima come vice direttore del dipartimento competente del ministero degli Esteri, poi dal 2008 al 2013 è console generale a Milano, quindi dal 2015 è direttore dello stesso dipartimento.

Anche Razov, ambasciatore a Roma da 10 anni, non ha mai risparmiato duri attacchi all'Italia, accusando tra l'altro il ministro della Difesa Guido Crosetto di voler «demonizzare» la Russia. A Roma, quindi si passa da un falco, all'altro.

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