Guerra in Ucraina

Zelensky nel pallone punta su Sheva. L'ex Milan diventa consigliere free-lance

Annuncio populista dopo il caso-Hunka. Il Pallone d'Oro: "Aiuterò il mio Paese"

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Un grande campione per una grande causa. Il presidente Zelensky ha scelto Andryi Shevchenko, Pallone d'Oro con il Milan nel 2004, per il ruolo di suo consigliere freelance al servizio dell'Ucraina aggredita dalla Russia. Lo ha fatto con un apposito decreto presidenziale, ma l'indimenticato Sheva in fondo non aveva bisogno che il suo impegno venisse istituzionalizzato: «Continuerò a fare quello che ho sempre fatto: aiutare come posso il mio Paese. Soprattutto attraverso il calcio cercheremo di promuovere eventi di beneficenza per aiutare l'Ucraina e fare in modo che se ne parli sempre di più», ha detto ieri dal green del Marco Simone di Guidonia, dove ha partecipato a un'esibizione golfistica in apertura della Ryder Cup con altri grandi dello sport come Novak Djokovic e Carlos Sainz.

In effetti l'impegno di Shevchenko non si è mai affievolito da quando nel febbraio dell'anno scorso è cominciata l'invasione russa. «Nel mio Paese si soffre tantissimo ha detto l'ex attaccante icona del Milan ed ex ct della nazionale ucraina . Dobbiamo fare di tutto perché questa guerra finisca. Sarò sempre più impegnato, finché la guerra dura devo aiutare il mio Paese. Poi nel mio futuro ci sarà comunque il calcio». Ai giornalisti che lo interrogavano a Guidonia, Sheva ha chiarito la contrarietà sua e dell'Ucraina alla contestata decisione dell'Uefa di riammettere le Nazionali giovanili U17 della Russia alle competizioni internazionali. «Come tra gli altri l'Inghilterra, noi siamo contrari, finché la guerra dura terremo ferma questa linea».

La decisione di Zelensky di ufficializzare la collaborazione con Shevchenko ha un duplice significato. Da una parte, rilanciare nel mondo tramite un testimonial popolarissimo l'immagine positiva della causa ucraina che in questi giorni ha subito qualche contraccolpo mediatico con il caso imbarazzante dell'omaggio fatto dallo speaker del presidente della Camera di Ottawa, in Canada, che ha rivolto un applaudito omaggio al quasi centenario Yaroslav Hunka senza sapere che in precedenza era stato redattore capo di un giornale nazista nella Polonia occupata. Un impagabile assist propagandistico al Cremlino, che pretende di giustificare l'invasione dell'Ucraina con l'asserita necessità di liberarla da un inesistente governo nazista installato a Kiev. Con toni indignati da Mosca è stata chiesta l'estradizione di Hunka «anche a nome di altri Paesi che potrebbero volerlo processare». Ma questa posa antinazista non è ridicola solo per il fatto che il presidente dell'Ucraina Zelensky è un ebreo, ma ancor di più perché è noto (evidentemente non abbastanza) che la famigerata brigata mercenaria russa Wagner ha ricevuto il suo nome, in omaggio al compositore tedesco idolatrato da Adolf Hitler, dal suo comandante sul campo Dmitry Utkin, un filonazista dichiarato che portava tatuati ai lati del collo i simboli delle SS.

D'altra parte, la nomina di Shevchenko ha un senso anche a fini politici interni, con le elezioni presidenziali che (salvo imprevisti legati al mantenimento in Ucraina della legge marziale) si avvicinano.

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