Guerra in Ucraina

Zelensky torna a Kiev con i generali dell'Azovstal. Zaporizhzhia minata e Prigozhin insulta i media russi

Il presidente all'Isola dei Serpenti. Dalla Turchia a casa con i militari. Il Cremlino: "Intese violate". Gli 007: "Ecco gli ordigni di Mosca alla centrale". Il capo Wagner di nuovo all'attacco

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Tra polemiche, proclami e soprattutto bombe e missile, continua la controffensiva ucraina. Le forze di Kiev continuano ad avanzare nell'area di Bakhmut e in altre zone del fronte nel Donetsk. Certo riprendere la cittadina caduta dopo mesi di assedio, avrebbe un significato ben più profondo di quello strategico militare. Perché piaccia o no, in una guerra pur terribile come questa, la propaganda impera, e per fronteggiare l'apparato di menzogne made in Russia a Kiev serve anche sbandierare risultati.

E così il presidente Zelensky ieri ha visitato a sorpresa l'Isola dei Serpenti, simbolo della resistenza ucraina. «L'isola dei serpenti. L'isola libera della libera Ucraina. Sono grato a tutti coloro che hanno combattuto qui contro gli occupanti, eroi che hanno dato la vita in questa battaglia, una delle più importanti della guerra». Una visita a sorpresa che arriva immediatamente dopo il tour europeo che lo ha visto in Repubblica Ceca, Slovacchia e Bulgaria ma soprattutto in Turchia, dove ha incontrato Erdogan e il patriarca Bartolomeo. Erdogan, le cui parole assumono più importanza visti i legami con Mosca, che ha detto: «L'Ucraina merita di entrare nella Nato», facendo pensare a un possibile percorso di dialogo. Tanto che il portavoce del Cremlino Peskov spiega come «i contatti tra i leader di Russia e Turchia, sono possibili, ma le date esatte non sono ancora state determinate», facendo riferimento a un faccia a faccia che potrebbe tenersi entro settembre. Intanto, Zelensky è rientrato da Ankara con diversi ufficiali ucraini del battaglione che difese per mesi l'acciaieria Azovstal di Mariupol. «Riportiamo a casa i nostri eroi», ha detto, scatenando la rabbia del Cremlino che parla di accordi violati. Sul fronte diplomatico il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Sullivan spiega: «Siamo pronti a decisioni difficili per riportare a casa Evan Gershkovich», giornalista del Wall Street Journal arrestato in Russia lo scorso 29 marzo con l'accusa di essere una spia. Prende sempre più corpo l'ipotesi di uno scambio di prigionieri.

Mentre ogni giorno si contano i morti tra i civili ucraini per via dei raid russi, due nodi restano da risolvere. Per nulla secondari. Il primo riguarda la centrale nucleare di Zaporizhzhia. L'intelligence della Difesa Ucraina ha pubblicato una mappa della centrale con evidenziati i punti dove i russi hanno posizionato mine. «Nei locali tecnici e nelle sale macchine sono state installate barriere di mine», confermando l'alto rischio di possibili sabotaggi di Mosca. L'altro nodo riguarda Evgenij Prigozhin. Ancora non si sa dove sia e quali siano i suoi piani ma dopo l'interrotta marcia su Mosca dei giorni scorsi e la campagna denigratoria russa contro di lui, il boss della brigata Wagner torna a parlare. «I bastardi della tv, che ieri ammiravano i ragazzi della Wagner, ora stanno versando ogni tipo di veleno. Ricordate che non sono stati i vostri figli a combattere nelle nostre file, non sono stati i vostri figli a morire, ma voi, bastardi, state facendo audience con storie come questa», ha detto. Confermando di essere e poter diventare ancora più un problema.

Soprattutto per Mosca.

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