Cronache

Zingaretti e i misteriosi finanziamenti Usa per il Pd

Tra gli uomini di contatto con "Social Changes" c'è il capo della comunicazione dell'ex leader

Zingaretti e i misteriosi finanziamenti Usa per il Pd

È ammissibile che un'entità straniera dai finanziatori sconosciuti intervenga nella politica italiana al fianco di candidati scelti con criteri che non vengono resi noti? Ed è lecito che non si sappia quali metodi vengono impiegati da questa entità per «pompare» la visibilità pubblica dei suoi candidati? Sono queste le domande principali che gravano sulla vicenda di Social Changes, la fondazione americana che ha sostenuto con quasi mezzo milione di euro una ventina di candidati di sinistra (quasi tutti del Pd) nel corso delle ultime elezioni europee e regionali.

L'interpellanza del deputato di Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli chiede al ministero degli Interni di chiarire il ruolo svolto da Social Changes. Il problema, stando a quanto sta emergendo nel frattempo, è che la fondazione americana svolge un doppio ruolo, apparentemente contraddittorio. Da una parte finanzia candidati «progressisti e coraggiosi» di sua scelta, dall'altro si fa pagare per mettere al servizio dei politici locali tecnologie di profiling destinate ad aumentare l'impatto della loro comunicazione sui social media «includendo crescita, coinvolgimento ed efficacia nell'attività di marketing». Degli spin doctor a pagamento, anche se «offriamo sconti per campagne elettorali impossibili». Ma si occupano anche di aiuta nella raccolta fondi: una campagna di crowdfunding era stata pianificata per il Pd all'epoca della segreteria di Nicola Zingaretti, anche se poi non andò in porto.

Tra gli uomini di contatto tra la sinistra italiana e gli americani viene indicato Marco Furfaro, capo della comunicazione di Zingaretti. «In realtà - dice Furfaro - le relazioni erano già avviate quando Zingaretti divenne segretario. Peraltro mi risulta che Social Changes intrattenga rapporti con i partiti progressisti di numerosi paesi». Ma chi sceglie i candidati destinati a godere dei finanziamenti della fondazione? É vero, come si è detto in occasione delle regionali toscane, che a decidere era il Pd nazionale? «Escludo che dalla segreteria possano essere venute indicazioni in questo senso. Sceglievano loro i candidati più giovani e briosi». Ma che ne sanno in California del collegio elettorale di Monsummano? Avranno in Italia qualcuno che li indirizza? «Per quanto se so io - dice Furfaro - hanno una rete molto attenta a individuare i candidati sul territorio». Caterina Cerroni, che fu sostenuta da Social Changes con oltre centomila euro alle europee nella circoscrizione sud, spiega invece che i rapporti con la fondazione iniziarono durante una iniziativa della Unione mondiale della gioventù socialista. Ma anche lei ammette di non sapere da dove venissero i fondi.

Sul fronte di Italia Viva intanto emerge l'elenco dei finanziatori privati del partito di Matteo Renzi: circa 900mila euro, in testa all'elenco con 120mila euro Lupo Rattazzi, figlio di Susanna Agnelli.

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