da Rio de Janeiro
Unesercitazione del Gruppo per le Operazioni Speciali della Polizia Militare brasiliana, compiuta sabato scorso nel Mato Grosso, si è trasformata in tragedia. Un ragazzino di 12 anni è morto e undici persone, tra cui sette bambini, sono rimasti ferite. Alcune munizioni, che sarebbero dovute essere caricate a salve, contenevano invece vera polvere da sparo e hanno provocato la tragedia.
Lepisodio è avvenuto alle 8.30 del mattino in via Wesley Santos de Arruda, nella cittadina di Rondonopolis, 210 chilometri a sud della capitale del Mato Grosso, Cuiabà. Secondo quanto riferisce il quotidiano locale A Tribuna, numerosi residenti stavano assistendo allesercitazione, che vedeva gli uomini della polizia militare impegnati in simulazioni di salvataggio di alcuni ostaggi su un piccolo autobus. Ad un certo punto i militari hanno aperto il fuoco, utilizzando armi caricate a salve. Ma qualcosa non ha funzionato: alcuni di loro avevano proiettili veri che, sparati nella finta azione vicino allautobus, hanno colpito un gruppo di persone che assisteva allevento.
Secondo la ricostruzione del giornale, i colpi mortali sarebbero partiti dalle armi di quattro militari che avevano inscenato lirruzione sullautobus con i finti ostaggi. «Un tragico errore», è stato definito dai vertici della polizia militare brasiliana del Mato Grosso, «però inammissibile». Sullaccaduto è stata aperta uninchiesta che dovrà appurare come dei proiettili veri siano finiti in armi utilizzate per unesercitazione.
La notizia arriva a pochi giorni da un altro caso che ha messo in crisi limmagine della polizia brasiliana: a Rio de Janeiro, un insegnante statunitense è stato ucciso con un colpo d'arma da fuoco da un agente di polizia durante una discussione in un locale notturno del quartiere di Lapa, nella città vecchia di Rio. La vittima è Josmer Ernest Martins, 30 anni, originario di Boston, che da un paio d'anni si era trasferito nella città carioca dove insegnava inglese. Secondo una prima ricostruzione dei fatti proposta dalla polizia, Martins e l'agente Joao Vicente Sà hanno avviato una vivace discussione nel locale, durante la quale il brasiliano ha estratto la sua arma di ordinanza ed ha fatto fuoco tre volte, colpendo mortalmente il suo interlocutore. Secondo la stampa, l'agente ha dichiarato di avere agito per legittima difesa.
Il 13 maggio scorso, altro episodio con protagonista un poliziotto. Un ex agente, per la verità. Alexandre Bicego Farinha, condannato a 59 anni di carcere per la sua partecipazione al massacro nella favela di Vigario Geral nel 1993, è stato assassinato al volante della sua auto da un gruppo di sconosciuti.
Farinha era stato condannato in prima istanza a 72 anni, poi in appello a 59, e stava tuttora aspettando in libertà un nuovo ricorso. Un'auto si è accostata ieri alla pick-up dell'ex agente, e due uomini hanno sparato vari colpi di arma da fuoco che hanno ucciso Farinha sul colpo. La polizia non ha finora nessuna traccia degli assassini.
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