da Roma
LAula del Senato ieri si è trasformata in un sequel di Sfida allOk Corral. Il motivo della bagarre non è nuovo: i senatori della Cdl hanno accusato i colleghi dellUnione di brogli sulla verifica del numero legale nonché del ricorso allennesimo voto di fiducia anche per la manovra-bis contenuta nel decreto Bersani sulle liberalizzazioni.
Verso le 12 di ieri il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti, ha chiesto la sospensione dei lavori dellAula per discutere con i capigruppo la questione di fiducia sul decreto. I tempi sono stati contingentati perché la conversione è a rischio causa ferie. Nel frattempo lAula ha respinto la richiesta della Cdl di un intervento del ministro Di Pietro per spiegare la sua autosospensione sullindulto.
La votazione ha scatenato le rimostranze degli esponenti di centrodestra secondo i quali mancava il numero legale. «Accuso formalmente - ha detto il capogruppo leghista Roberto Castelli - il segretario dAula dincapacità o di disonestà, scelga lui. Si è fatto finta di non vedere che il senatore Cusumano (dellUdeur, ndr) votava per due. Siete stati degli imbroglioni». Alle proteste di Castelli si sono associati anche i leader dei gruppi di Fi e di An, Renato Schifani e Altero Matteoli. Il presidente del Senato, Franco Marini ha subito replicato: «Tolgo ogni responsabilità alla presidenza».
Ma la giustificazione non è stata ritenuta sufficiente. Di qui la scelta di rottura: i senatori della Cdl hanno abbandonato lAula verso le 13 in segno di protesta. «Siamo usciti perché secondo noi la conduzione della seduta era irregolare e per la fiducia sulla manovra-bis. Un bavaglio parlamentare sul pacchetto di misure così importante è intollerabile», ha spiegato Elisabetta Alberti Casellati di Fi. Il leghista Roberto Calderoli ha poi osservato che la questione di fiducia è «inammissibile» perché il maxiemendamento del governo ricalca il testo approvato dalla commissione Bilancio del Senato venerdì pomeriggio dopo lultimo Consiglio dei ministri. Il governo, ha concluso, non può aver dato «una delega in bianco sulla fiducia». I senatori del Carroccio hanno poi inscenato una manifestazione davanti a Palazzo Madama distribuendo aglio doc piacentino contro i nuovi «vampiri fiscali» e il «dl Dracula-Torquemada».
E Alleanza nazionale pensa già al dopo-fiducia.
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