Politica

Il Polo: sparare sui vescovi per la sinistra è uno sport

Giovanardi: «Sull’Ici frasi vergognose, i Comuni non ci rimettono un euro»

Anna Maria Greco

da Roma

Gli attacchi dell’Unione per l’abolizione dell’Ici sugli immobili della Chiesa? «È vergognosa - dice al Giornale il ministro Udc per i Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi - perché i Comuni non hanno mai incassato una lira da questi immobili e non ci sarà alcun buco nelle loro finanze». Giovanardi spiega che la norma in vigore sull’Ici veniva già interpretata «dando per pacifico che non si applicava a questi beni, ma visto che è nata qualche contestazione da parte di alcuni Comuni è stato necessario un intervento che riguarda, comunque, solo gli immobili che svolgono attività di assistenza, beneficenza, istruzione, educazione, cultura, pure in forme commerciali, se connessi a finalità religiose e di culto».
Si tratterebbe, insomma, di una norma interpretativa per consolidare uno status quo. «E la sinistra - conclude il ministro - mostra anche in quest’occasione il suo accanimento verso il mondo del volontariato, dell’assistenza e della beneficenza».
Da Fi è Francesco Giro, responsabile per i rapporti col mondo cattolico, a rispondere alle critiche dell’Unione. «Attaccare la Chiesa cattolica per la sinistra è uno sport, praticato ormai a livello agonistico con sgambetti e colpi bassi. Se la Chiesa deve tacere sui temi morali, ora non può neppure ricevere dallo Stato alcuna agevolazione di tipo fiscale, altrimenti muove i suoi passi chissà quale minaccia clericale contro lo Stato». Con queste polemiche, aggiunge Giro, l’opposizione dimostra di non apprezzare il ruolo sociale e umanitario che la Chiesa svolge da sempre e questo dovrebbe aprire gli occhi ai «tanti elettori moderati che oggi guardano con simpatia a sinistra».
Luigi Bobbio di An dichiara al Giornale che la reazione dei Ds ha una motivazione nascosta. «Le improvvise quanto sospette “conversioni” di Fassino e Bertinotti sembrano non aver sortito alcun effetto, nel loro tentativo di captatio benevolentiae, vista la dichiarazione dei vescovi contro i politici abortisti che i cattolici non possono votare. È di qui che viene tanto livore».
Difende la norma anche Amedeo Ciccanti dell'Udc, criticando la «rabbiosa reazione» soprattutto di alcuni Ds. È chiaro il riferimento a Gavino Angius, le cui parole per l’esponente centrista lasciano «trasparire un preoccupante sentimento anticlericale, che addirittura arriva a porre una “questione vaticana” e denunciano una grave involuzione interpretativa sulle agevolazioni per le associazioni ed enti che operano senza fini di lucro nei settori dell'educazione, della sanità, dell'assistenza e del volontariato». Ciccanti si meraviglia del «complice silenzio della Margherita» e denuncia la falsità dei dati finanziari, «enfatizzati per terrorizzare i bilanci comunali, che nella stragrande maggioranza dei casi ignorano tale entrata, al fine di creare uno scontro con la Curia vaticana, colpevole di essersi interessata al referendum sulla procreazione assistita».
L’azzurro Alfredo Biondi esprime i sui dubbi sulla norma, perché le esenzioni religiose «non corrispondono a criteri di oggettiva uguaglianza», ma respinge l’accusa dell'opposizione al governo di aver voluto fare un favore elettorale al Vaticano.

Anche per Domenico Contestabile (Fi) «sarebbe giusto estendere l'abolizione di tale imposta sugli immobili anche a tutte le altre religioni».

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