Massimo Restelli
da Milano
La Popolare dellEmilia Romagna e quella di Vicenza si mettono in lista dattesa per scrivere il destino di Intra ma il vicepresidente Ernesto Paolillo fa quadrato in difesa dellautonomia della banca piemontese. «Non abbiamo avuto alcuna offerta diretta. Ora il consiglio e il management sono concentrati esclusivamente nellesame dei conti e delle posizioni creditizie», spiega al Giornale Paolillo al termine di una giornata nella quale Intra ha messo a segno in Piazza Affari uno strappo dell7,3% a 11,3 euro (più 4,5% alla vigilia) tra scambi intensi.
Il terreno perduto era stato molto (meno 20% in tre mesi) ma ad attirare gli investitori, sono state le indiscrezioni che, dopo il 2,4% dichiarato dalla Popolare di Vicenza, accreditano alla Bper una quota prossima all1,7% ma destinata ad arrivare a ridosso della soglia del 2 per cento.
Lo statuto di Popolare mette Intra al riparo da scalate ostili, ma quello di Vicenza ed Emilia Romagna appare un avvicinamento in attesa delleventuale via libera di Bankitalia a riscuotere il «premio» per aver favorito la scalata di Unipol a Bnl. Vigilanza che «entro la fine del mese» dovrebbe spedire a Intra lesito dellispezione, spiega Paolillo chiamato sul Lago Maggiore per salvare la banca dal fallimento Finpart. Il bilancio di Intra è stato in gran parte ripulito (71 milioni il rosso atteso per la fine dellanno) e la banca «non esiterà a procedere ma si tratterà di piccoli importi». Priorità davanti alla quale tutto il resto passa in secondo piano.
«La banca non deve preoccuparsi di predisporre il proprio futuro con alleanze o altro. Non dobbiamo aprire alcuna asta», prosegue lex direttore generale di Bipiemme, smorzando anche le attese per unindicazione in tal senso da Bankitalia: «Nessuno ci ha chiesto nulla» anche se certo «è naturale che alcuni manifestino il proprio interesse mettendosi in lista di attesa».
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