nostro inviato a Bormio
Niente Tremonti bond o aumenti di capitale per la Banca Popolare di Sondrio che potrebbe invece scegliere la terza via di un prestito subordinato per supportare la propria espansione sul territorio: i perni saranno la Lombardia, le città di Roma, Trento, Verona e la Svizzera. A fare il punto sulle strategie dellistituto sono stati ieri il presidente Piero Melazzini e il direttore generale Mario Alberto Pedranzini al termine dellassemblea dei soci che ha approvato i conti 2008.
Malgrado laumento di raccolta e impieghi, lutile netto è sceso del 70% a 43,6 milioni (3 centesimi il dividendo) come conseguenza dell'impatto della crisi mondiale sugli investimenti finanziari dell'istituto che ha sempre fatto dellautonomia e della vicinanza al territorio i propri punti di forza.
Già nel primo trimestre di questanno però «la situazione è cambiata. I risultati sono molto buoni, in forte crescita e la banca sta accogliendo numerosi nuovi clienti provenienti da piazze importanti come Roma e Milano. Non abbiamo alcun problema di liquidità», ha annunciato Melazzini assicurando che la banca ha risolto le difficoltà emerse nel 2008 sul portafoglio titoli e le partecipazioni: in pratica la quota detenuta in Italease (38,5 milioni le svalutazioni nel 2008 cui se ne aggiungeranno 4,7 milioni dopo l'Opa del Banco Popolare), le minusvalenze sui Cct (ora rientrate) e quelle legate al pacchetto di obbligazioni Lehman Brothers poi fallita. Questultima «era considerata tra le realtà più solide del sistema sia dalle agenzie di rating sia da PattiChiari. Di chi dobbiamo fidarci se non della nostra Associazione?», ha replicato il banchiere incalzato delle domande degli oltre 4mila soci accorsi a Bormio anche sui 30 torpedoni predisposti dalla banca.
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