UN POPOLO DA COCCOLARE

UN POPOLO DA COCCOLARE

Nemmeno indossando gli occhiali dell’ottimismo con le lenti più azzurre possibili, in questi giorni è possibile trovare elementi di positività guardando gli spettacoli offerti dagli abitanti della Casa delle libertà. Alcuni esponenti dell’Udc in particolare sembrano quegli inquilini che non aspettano altro che la riunione di condominio per baccagliare e contestare l’amministratore. Uno li guarda e resta basito: o c’è dietro un disegno sottilissimo o il disegno è talmente sottile da non vedersi proprio.
Eppure, persino in questo quadro, è possibile trovare qualche elemento positivo. Che arriva, in particolare, dall’appartamento degli azzurri. Da un lato, a Rimini, a margine del Meeting e forse propiziato dall’affollamento di incensi e prelati nella manifestazione ciellina, si è assistito a una calorosa stretta di mano e a un abbraccio ai confini del bacio fra il ministro delle Attività Produttive Claudio Scajola e il presidente della commissione Comunicazioni e Trasporti del Senato Gigi Grillo. I due, in passato, non sono mai stati unitissimi, anche perchè sono proprio diversi caratterialmente e umanamente. Eppure, proprio quella stretta di mano e quel bacio sono il miglior segno che è iniziata un’altra epoca di rapporti; da un po’ di tempo a questa parte Scajola e Grillo sono impegnati in modo diverso e in settori diversi, ma per lo stesso obiettivo: una Liguria futura e migliore. E così il ministro - come abbiamo documentato giorno per giorno da queste pagine liguri del Giornale, di cui Scajola è un ospite onnipresente, praticamente fisso, grazie al suo operato - ha firmato opere importantissime come gli accordi per la Ferrania, il raddoppio di tutta la Genova-Ventimiglia, la chiusura dell’altoforno di Cornigliano e altri mille piccoli e grandi interventi tesi a regalare ai liguri una nuova Liguria. Così come la battaglia di Grillo per il Terzo valico e le gronde autostradali va nella stessa direzione. Insomma, agiscono divisi per colpire uniti. E il loro abbraccio è un’ottima notizia: per la Liguria in generale e per Forza Italia in particolare.
Ma non è la sola. L’altra ottima notizia è il ritorno degli azzurri - o, almeno, di alcuni di essi - al rapporto con gli elettori. Il ritorno da Forza Italia a forza di popolo. Le prove generali si sono viste in questi giorni a Pietra Ligure, dove Enrico Nan, deputato della zona e coordinatore regionale, ha organizzato la festa azzurra con tutti gli ingredienti più tipici delle feste di popolo: patatite fritte, ravioli, birra alla spina, orchestra che suona il liscio e dibattiti politici. Venerdì sera anch’io ho avuto la fortuna di moderare uno degli incontri e ho toccato una volta di più da vicino la voglia di partecipare del popolo azzurro che non chiede altro che la possibilità di parlare e di confrontarsi con i suoi rappresentanti e di farli partecipi delle sue esigenze e dei suoi sogni, dei suoi pensieri, della sua voglia di lottare.
Proprio questo è il punto da cui ripartire e non è un caso se - come confida Enrico Nan al nostro Ferruccio Repetti - il vicecoordinatore nazionale azzurro Fabrizio Cicchitto ha detto che il «modello Pietra» sarà la base dell’iniziativa azzurra di quest’anno elettorale.

Non è detto che basti, ma certo uscire dalla torre d’avorio che troppo spesso gli eletti del centrodestra si sono costruiti attorno è il punto di partenza indispensabile di qualsiasi speranza. Così è stata Pietra e su questa Pietra occorre ricostruire la Casa sempre più pericolante.

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