In questi giorni, la borsa del nostro postino è più piena del solito, la mia casella mail più intasata del solito, la mia cornetta più torrida del solito. Tre fenomeni, direttamente correlati anche allaumento di copie del Giornale, una spiegazione: voi, vero popolo delle libertà indipendentemente dal partito che scegliete nellurna, siete più entusiasti e contemporaneamente timorosi del solito.
Entusiasti perchè la caduta del governo Prodi, lesecutivo peggiore della storia della Repubblica, non può che far felici i liberali e i democratici. Anche coloro che non sono di centrodestra o non pensano che Silvio Berlusconi sia alto, biondo e con tanti capelli.
Timorosi perchè, finchè non saranno sciolte le Camere e aperte le urne, cè sempre la paura di pastrocchi, di colpi di mano, di imbrogli. Addirittura nei giorni scorsi è girata la voce della possibilità di sciogliere il solo Senato, per incapacità di funzionare. Possibilità, intendiamoci, che non confliggerebbe con la Costituzione che, allarticolo 88 primo comma prevede esplicitamente che «Il presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una solo di esse». Ma il fatto che una cosa sia legittima costituzionalmente non significa che lo sia anche politicamente. Una schifezza resta una schifezza. Anche col bollino doc dei padri costituenti.
Così come - checchè ne dicano molti esponenti della Casa delle libertà - è brutta lattuale legge elettorale. E, qui sta il vero punto, non lo è perchè il centrodestra al governo lha scritta particolarmente male, ma per lintervento dellallora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi (lo stesso oggi tanto appassionato a dire forte e chiaro il suo «sì» alla fiducia al governo Prodi), che la peggiorò. Ciampi e soprattutto i suoi consiglieri giuridici erano appassionatissimi alla prima metà del primo comma dellarticolo 57 della Costituzione: «Il Senato della Repubblica è eletto a base regionale». Circostanza che ha portato al premio elettorale su base regionale che ha portato allattuale ingovernabilità e che rischia di fare ulteriori danni anche domani. Però, credo valga la pena di dirlo, smontando i nuovi totem dellintoccabilità, fra i quali Ciampi ha un posto donore: il vero padre del Porcellum non è Roberto Calderoli, ma proprio lex Capo dello Stato.
Ecco, queste verità sono da dire, da urlare, da ripetere in continuazione a chi recita il mantra dell«ingovernabilità voluta dal centrodestra». Poi, ognuno di noi può avere le sue valutazioni sul momento giusto per andare alle urne. Poi, ognuno di noi può avere più o meno aperte le ferite del 1996 quando Gianfranco Fini fece fallire il tentativo di Antonio Maccanico di un governo per le riforme convinto di andare alle elezioni e di spaccare il mondo. Complice la corsa solitaria di leghisti e Fiamma rautiana, a essere spaccato in quelloccasione fu solo il centrodestra.
Per ogni valutazione in merito, vi rimando agli articoli pubblicati nelle pagine nazionali e soprattutto agli editoriali e ai commenti di Mario Giordano e della nostra squadra.
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