Teramo Fatta a pezzi e gettata in un ciglione erboso di via Franchi a Teramo. Lei si chiamava Adele Mazza, aveva 49 anni ed è stata maciullata. I suoi resti, sigillati in sei buste della spazzatura, sono stati scovati l'altra sera da un cane, in una passeggiata con la sua padrona, lungo un fossato a pochi passi dalla nuova sede dell'Inail. Prima è spuntata una gamba, poi altre parti del cadavere. La scomparsa della donna, che sarebbe stata strangolata, era stata denunciata nei giorni passati. Ridotta a brandelli, dunque: alla sua identificazione le forze dell'ordine sono arrivate grazie ad una vistosa fasciatura su una gamba, conseguente a un recente infortunio.
Del caso si stanno occupando i carabinieri del Reparto cinofilo di Chieti e i colleghi del Ris, Reparto investigazioni scientifiche di Roma. Durante la notte e all'alba, nel corso delle ricerche, disseminate lungo un fronte di oltre cento metri, sono saltate fuori altre porzioni del corpo, raccolte in sacchi di plastica e gettate tra le sterpaglie.
L'assassinio, stando ai primi accertamenti, risalirebbe al giorno di Pasqua. Il killer ha seppellito solo in parte gli arti inferiori, che, per questo, sono stati fiutati e portati alla luce dall'animale. Non distante, dentro un contenitore di plastica, le forze dell'ordine hanno trovato un carrello, del tipo usato nei bar per trasportare cassette di bibite. Questo fa pensare che la vittima sia stata ammazzata altrove e che poi l'omicida abbia tranciato e mutilato il corpo e l'abbia lasciato alla periferia della città, in una zona che è stata immediatamente transennata e chiusa. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Roberta D'Avolio, mirano a individuare l'ambiente nel quale è maturato il delitto, probabilmente quello dello spaccio di droga e della prostituzione. Perquisita l'abitazione della malcapitata, che è stata posta sotto sequestro: il letto sottosopra, la televisione ancora accesa, la porta di casa socchiusa. Forse lei che è stata trascinata via a forza.
I carabinieri hanno fatto arrivare una sorella della donna e hanno convocato anche alcuni testimoni, tra i quali l'ex marito - con cui la donna ha avuto un figlio -, conoscenti e tossicodipendenti del luogo. Dice il medico legale Giuseppe Sciarra: «L'omicida ha separato il cadavere in tre parti - testa, tronco e gambe - con estrema precisione. La sua mano non è stata certo mossa da dolo d'impeto».
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