Politica

Portata con una scusa in pineta e violentata da otto minorenni

da Roma

Hanno attirato una diciassettenne in una pineta e lì l’hanno violentata in otto. Un incubo che è continuato per tutta la notte.
Protagonista di questa squallida vicenda è un branco di minorenni, tutti tra i sedici e i diciassette anni, che hanno approfittato di un’amichetta. Teatro dello stupro di gruppo è stato il paesino di Montalto di Castro, in provincia di Viterbo.
L’ordinanza di custodia cautelare, che dispone gli arresti domiciliari per i giovani, è stata emessa nei giorni scorsi dal Gip del tribunale per i Minori di Roma, Massimo Capocetti, su richiesta del pm Roberto Thomas.
Così ieri all’alba gli agenti della squadra mobile locale, diretta da Salvatore Gava, hanno fermato i ragazzi, tutti studenti della zona, appartenenti a famiglie di buon livello sociale. La violenza di gruppo si sarebbe svolta la notte tra il 31 marzo e il primo aprile. La ragazza, che abita in un paesino della Maremma Viterbese, era stata invitata a una festa di compleanno in un locale privato. Si era preparata e poi aveva raggiunto la discoteca per partecipare a quella che avrebbe dovuto essere una normalissima serata, da passare in allegria con alcuni studenti e studentesse che frequentano il suo stesso liceo.
Purtroppo la diciassettenne non sapeva che tra gli invitati al party ci sarebbe stato anche uno dei suoi violentatori.
È stato proprio il giovane ad avvicinarla, mentre stava ballando. Ha iniziato a parlare con lei, con una banalissima scusa. Poi l’ha inviata ad uscire fuori per una passeggiata nella pineta comunale di Montalto di Castro.
Ma lì la ragazza ha avuto una brutta sorpresa. Ad aspettarla, infatti, c’erano altri sette minorenni che a turno l’hanno violentata per tutta la notte. Inutili sono stati i tentativi di ribellarsi, perché il branco ha avuto la meglio sull’esigua difesa della diciassettenne. Dopo lo stupro i ragazzi sono fuggiti, abbandonando la loro vittima nella pineta.
Per alcuni giorni la ragazza non ha trovato il coraggio di raccontare l’accaduto ai suoi genitori e alle amiche. Solamente dopo un po’ di tempo quel segreto è diventato troppo pesante e ha iniziato a confidarsi con alcune compagne di classe, svelando quell’orrore.
La voce, successivamente, è giunta alle professoresse del liceo che frequenta, che hanno informato del caso i servizi sociali del comune di residenza. Questi a loro volta si sono quindi rivolti agli agenti della sezione minori della Squadra mobile, ai quali la poveretta ha confermato l’accaduto. Così sono iniziate le indagini che, nel giro di un mese, hanno portato gli investigatori sulle tracce degli stupratori.
«Abbiamo trovato riscontri e testimonianze - affermano gli inquirenti - e per questo sono stati richiesti i provvedimenti di custodia cautelare, che il Gip a sua volta ha firmato».
I ragazzi del branco da parte loro hanno tentato di difendersi, sostenendo che l’amichetta sarebbe stata consenziente. Una versione che non ha però convinto i poliziotti e il magistrato.

I ragazzi, ora ai domiciliari, saranno nuovamente interrogati nei prossimi giorni.

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